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Under Ashes
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Messaggio da Under Ashes » 25 ott 2011, 11:53

http://heshootshescoores.com/consideraz ... simo-flop/


LUGANO – E ci risiamo. Questa volta sono bastate sole 16 partite per far cambiare conduzione tecnica per il quinto anno consecutivo e per l’ottava volta sulla panchina del Lugano. Decisamente una media che farebbe pensare anche il presidente interista Massimo Moratti. Se le scorse volte il cambiamento è avvenuto per scarsissimo rendimento della squadra e classifica deficitaria, stavolta la classifica è forse la ragione minore di questo avvicendamento.
Le dimissioni spontanee di Smith sono sì giunte dopo una settimana di parole “calde” e una sconfitta clamorosa in quel di Kloten, ma molte cose – e non solo le chiarissime dichiarazioni dello stesso Smith – fanno pensare che ci sia dell’altro alla base della drastica decisione del coach nativo di Buffalo. Chissà che i problemi familiari a cui ha accennato non abbiano fatto altro che accelerare le operazioni di addio, ma queste cose probabilmente – e forse è giusto così nelle faccende private – non le sapremo mai.

Le precedenti dichiarazioni ad un’emittente locale dove criticava alcuni giocatori e la poca professionalità hanno minato sicuramente certi rapporti di per sé già pericolanti, ma da un allenatore descritto con una spiccata personalità carismatica e comunicativa ci si aspettava che provasse almeno a risolvere le cose, non in eterno chiaramente, ma gettare la spugna dopo solo un mese e mezzo di campionato sembra veramente affrettato.
Il presidente Vicky Mantegazza ha provato a spiegare che in Svizzera certe grane sarebbe meglio appianarle in casa, mentre in NHL non si guarda in faccia a nessuno, tranne che alle telecamere. La classifica è precaria, ma di certo non disperata, e nonostante tutto è ancora possibile salvare la stagione, se solo si avesse la volontà di farlo, ma da parte del coach questa volontà è venuta a mancare adducendo a se stesso la responsabilità della situazione.
Barry Smith si è distinto per essere una persona squisita ed elegante e non ha mancato di assumersi le sue responsabilità per quanto riguarda il gioco quasi inesistente del Lugano. Ma come lui stesso ha detto, il tempo delle parole doveva finire e di fatti anche lui, diciamocelo, ne ha mostrati ben pochi, ma anche qui se solo avesse voluto avrebbe avuto il tempo necessario di provarci di nuovo. Inoltre, ma forse questa è un’impressione personale, sembra che Smith abbia fatto poco per calarsi nella realtà bianconera ed una frase scappatagli davanti ad un microfono è destinata a diventare pesante: “Quando ho sentito presidente e giocatori darsi del tu, ho capito dove ero finito..”.

Fin qui le “colpe” o le cose che si potevano recriminare all’allenatore, ma è giusto che tutti si assumano le responsabilità di questo ennesimo flop. La dirigenza, con il presidente in prima fila si è detta sorpresa e delusa da queste dimissioni, anche perché avrebbe dimostrato – ma facile dirlo a fattaccio avvenuto – di voler dare fiducia fino in fondo a quell’allenatore tanto desiderato. Ma quanto e da quanti era così desiderato Barry Smith? Dalla “Famiglia” ovviamente, ma dal direttore sportivo Habisreutinger forse un po’ meno.
Infatti non sono solo voci di corridoio quelle che vorrebbero il ds come “sponsor” per un rinnovo a Greg Ireland – l’uomo paradossalmente più vincente in termini di percentuale della storia del HC Lugano… – mentre alla fine gli è stato imposto Smith. Ma aldilà dei rapporti buoni o meno e delle serate a cena, un ds deve cercare di assecondare un allenatore e pianificare la squadra in base al suo credo.
Smith invece si è trovato ad acquisti avvenuti gli stranieri che forse non riteneva adatti al suo progetto, infatti Bednar e Rintanen sono stati ingaggiati prima del suo arrivo a Lugano e molto probabilmente senza che neanche li avesse visionati o glieli avessero proposti. Smith ha comunque portato Rob Niedermayer, giocatore molto discusso, che forse nella sua squadra ideale avrebbe avuto un ruolo decisivo, ma ora, complice anche un infortunio, riesce ad incidere solo a sprazzi. Quando la situazione si faceva problematica ha provato anche a punzecchiare il ds, reo di non aver mantenuto fede alla “promessa” di un quinto straniero, e qui lo stesso Habisreutinger forse per non perdere la faccia completamente ha tesserato e fatto esordire da straniero Codey Burki, che più di un buon centro svizzero – se mai lo diverrà – da seconda linea al massimo non potrà essere.

Se si è parlato di stranieri, non si può non parlare del fatto che il Lugano sembrerebbe avere uno spogliatoio più caldo della norma, con alcuni senatori a influire pesantemente non solo sul risultato di una partita ma anche sulle sorti di un allenatore. La partita con il Langnau avrebbe potuto fugare qualche dubbio, ma forse persino i giocatori erano sorpresi dalla tempestività delle dimissioni del loro coach, e la musica, nonostante la vittoria, non è cambiata di molto con Fischer e McNamara alla transenna. Se così fosse, con giocatori troppo “potenti” a livello decisionale, lo si può solo chiacchierare, perché certe cose non usciranno mai dallo spogliatoio e anche lo stesso Smith ha elegantemente glissato quando è stato interrogato sulla questione.
A conti fatti, riassumendolo con una frase molto semplice, questo ennesimo flop è figlio degli errori di tutti, allenatore, dirigenti e squadra, rei di non aver fatto abbastanza per lavorare in sintonia e aiutarsi uno con l’altro. Ora è cominciata la gara a chi indovina il successore di Smith, con i primi logici nomi di Larry Huras, appena licenziato dal Berna anche lui dopo alcune spiegazioni poco chiare, Ivano Zanatta, e Serge Pellettier, senza squadra dopo che un altro spogliatoio caldo in quel di Friborgo lo ha praticamente distrutto.
Qualcuno ha riesumato il coach dei play out scorsi, Greg Ireland, ma molti dubbi possono sorgere sulle sue capacità, anche perché quattro partite, seppur vinte, possono dire tanto come niente. Altri più impavidi fanno il nome della ex gloria del Gottéron ed ex allenatore della nazionale Russa Vyacheslav “Slava” Bykov, a piedi dopo il siluramento da parte della sua federazione, ma anche qui si va in un campo quasi sconosciuto.

È veramente difficile dire chi potrebbe fare bene ora al Lugano, anche perché le possibilità sono poche e tutti hanno i loro pregi e difetti e soprattutto non si riesce più a capire quali caratteristiche debba avere il futuro coach del Lugano. Probabilmente il coach ideale non sarà quello più bravo o più esperto, ma quello che ci si augura riesca ad imporre la sua legge, ed in questo un esempio viene dalla Leventina, con quel Kevin Constantine che molti tifosi alla Resega vedono come esempio di allenatore ideale per il Lugano.
Di sicuro, chiunque accetti in questo periodo di entrare in quello spogliatoio e in quegli uffici deve essere considerato quasi un eroe, perché sarebbe come essere all’opera da soli al buio, ascoltando la filarmonica diretta da Maurizio Zamparini suonare il motivo di Shining con Christian Constantin alla gran cassa e il patron dello Xamax Bulat Chagaev come violino solista.
Concedetemela questa, per ridere un po’, altrimenti ci vien da piangere.
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Messaggio da Massimo » 25 ott 2011, 12:51

Under Ashes ha scritto:una frase scappatagli davanti ad un microfono è destinata a diventare pesante: “Quando ho sentito presidente e giocatori darsi del tu, ho capito dove ero finito..”.
Questa mi risulta difficile da credere, quantomeno sembra una frase manipolata. Il "darsi del tu" in inglese non ha alcun senso, una persona di lingua madre inglese non userebbe mai una tale espressione.

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Messaggio da weissbier » 25 ott 2011, 13:34

Solo fumo, bla bla bla.
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Misko
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Messaggio da Misko » 25 ott 2011, 13:46

Massimo ha scritto:Questa mi risulta difficile da credere, quantomeno sembra una frase manipolata. Il "darsi del tu" in inglese non ha alcun senso, una persona di lingua madre inglese non userebbe mai una tale espressione.
L'unico accostamento che mi viene è il chiamarsi per nome. Una roba tipo: "ciao Wiky". In inglese "you" viene usato per tutti, ma esistono forme di rispetto come "Sir", o altre denominazioni di ruolo. Ad esempio, parlando con Obama si direbbe: "Good morning Mr. President" e non "Hi Barack".
"Darsi del tu" potrebbe quindi semplicemente essere una traduzione per rendere l'idea della cosa.

Detto questo, sembra molto strano anche a me.
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Re: Articolo di oggi su heshootshescoores.com

Messaggio da Under Ashes » 25 ott 2011, 14:03

Misko ha scritto:
Massimo ha scritto:Questa mi risulta difficile da credere, quantomeno sembra una frase manipolata. Il "darsi del tu" in inglese non ha alcun senso, una persona di lingua madre inglese non userebbe mai una tale espressione.
Detto questo, sembra molto strano anche a me.
Strano che si diano del tu o strano che Smith abbia detto questa cosa?
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Messaggio da Misko » 25 ott 2011, 14:14

Strano che Smith abbia detto questa cosa
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Messaggio da Mr. Hockey » 25 ott 2011, 14:25

Massimo intende dire che il "darsi del tu" in inglese non ha alcun significato, quindi la frase è stata quantomeno mal interpretata (se non inventata).
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Re: Articolo di oggi su heshootshescoores.com

Messaggio da Misko » 25 ott 2011, 14:46

Appunto, io ho dato una spiegazione di cosa possa essere stato tradotto. Ma ripeto, mi pare strano.
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Messaggio da Mr. Hockey » 25 ott 2011, 14:52

Scusa ho visto solo adesso il tuo messaggio precedente in cui davi la spiegazione. Siamo d'accordo, strana questa uscita di BS.
A meno che lo stesso BS non esigesse la distinzione come nella lingua inglese di qualche secolo fa... :lool: :tease: :jump:
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Re: Articolo di oggi su heshootshescoores.com

Messaggio da nylanderfan » 25 ott 2011, 15:00

Semplicemente intendeva che i giocatori sono, secondo lui, troppo in confidenza con il management.
Visto che il Presidente è la Vicky è una situazione un pò anomala ma ci sta nel nostro caso. In pratica lei è cresciuta nel Lugano.
Secondo me non è stato un appunto indirizzato solo ai giocatori ma anche al management. Almeno io la vedo così.
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