Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Moderatore: Thor41
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Concordo coi tavoli alti, magari mettendoli sotto a dei gazebo (coprendo magari anche la fila al food truck perché una volta mentre attendevo di ordinare mi sono praticamente docciata).
Anche l’aspetto e l’offerta delle buvette andrebbe migliorato: le avete viste? Sono tristi come un negozio sovietico dei tempi che furono. Scappa la poesia.
Anche l’aspetto e l’offerta delle buvette andrebbe migliorato: le avete viste? Sono tristi come un negozio sovietico dei tempi che furono. Scappa la poesia.
Davos, 1. marzo 1986: c'ero anch'io!
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
...haha, è vero ! Effettivamente riuscire anche a coprirli non sarebbe maleKenta ha scritto: ↑4 apr 2024, 15:13Concordo coi tavoli alti, magari mettendoli sotto a dei gazebo (coprendo magari anche la fila al food truck perché una volta mentre attendevo di ordinare mi sono praticamente docciata).
Anche l’aspetto e l’offerta delle buvette andrebbe migliorato: le avete viste? Sono tristi come un negozio sovietico dei tempi che furono. Scappa la poesia.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Se fosse così sarebbe grave e significherebbe che le persone che lavorano lì non hanno minimamente capito il contesto in cui operano (questi cliché andavano forse bene negli anni 90 e ad inizio anni 2000 o magari funzionano con alcuni ragazzini). Se poi consideriamo la situazione attuale del cantone, il tutto acquista ancor più una valenza "senza senso" in cui non si riconosce praticamente nessuno (a parte forse qualcuno che viene una volta all'anno in lounge perché invitato ma a cui non interessa così tanto dell'hockey). E se vogliamo dirla tutta, il gap cantonale con i piottini si è pure decisamente assottigliato (loro con la nuova pista, noi con la riduzione di budget negli ultimi anni...).Thor41 ha scritto: ↑4 apr 2024, 14:59Una parte di essa credo sia convinta che Lugano = Sbrojame e quindi si focalizza su questa frangia di persone, ora con il cambiamento che c’è stato improvviso mi auguro si prenda una direzione più “popolare”, in un certo senso si può dire che così è stato, ma si può ancora fare molto e meglio.Lightning ha scritto: ↑4 apr 2024, 13:54A me sembra che coloro che ultimamente hanno guidato la parte del marketing non siano veramente a conoscenza del "prodotto" che forniscono e, di conseguenza, del territorio in cui operano o non ne tengano davvero conto (è appunto una mia sensazione). Non parlo delle competenze , quelle ci saranno sicuramente ma è la conoscenza del contesto a far la differenza.
In questo settore relativo allo sport, è assolutamente necessario conoscere a fondo tutto ciò che ruota attorno: o si è lavorato in ambito sportivo (il tifoso non è un semplice cliente) oppure si conosce bene il contesto e si possiede un bagaglio d'esperienza del territorio ed ancora più specifico della piazza (parlare con la gente dei vari settori).
A me sembra si facciano un po' le azioni di marketing classiche che "vanno di moda" al giorno d'oggi: influencers, social media, ecc...ma in questo ambiente, a parer mio, serve decisamente tanto altro come "il contatto e le coccole" dirette alle persone (tenendosele strette).
Come ha citato metro, le iniziative sociali anche se non ci toccano direttamente, sono fondamentali e devono essere perseguite (e danno anche quel tocco di grande umanità che oggigiorno diversi hanno smarrito).
Personalmente, mi dà fastidio vedermi affiancato a questo concetto, a me piacciono le persone "alla mano" e sono più per le cose semplici ma ben fatte. E credo che diversi tifosi che frequentano veramente la pista tutto l'anno la pensino in questo modo.
Quindi, trovo che manchi un po' questo concetto di "popolare" attorno al marketing (almeno quando veicolano il messaggio) anche se è pure vero che recentemente qualcosa di positivo è stato fatto in quel senso (menziono il "Num da Lugan"). Ma secondo me, questo aspetto, va abbracciato e ricalcato maggiormente, il quale comprende le coccole agli abbonati (e non se caso) come pure le iniziative sociali.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Il “Nüm da Lügan” era forzatissimo, MM all’epoca l’ha usato per dare il contentino alla parte (gran parte) che chiedeva meno glamour, e ha partorito questa che trovo un’ovvietà pauraosa, oltretutto accantonata all’istante, era partito come “slogan” della campagna abbonamenti e l’avranno utilizzato per un mese forse.
In generale è un po’ sto concetto del far passare una realtà piccola come la nostra in una Milano wanna be, non mi capacito di questa cosa e personalmente sono allergico a girare in centro nel weekend. Credo anche che chi frequenta la pista sia ben lontano da quel target, dunque capisco ancora meno questo voler passare per i metropolitani della situazione.
In generale è un po’ sto concetto del far passare una realtà piccola come la nostra in una Milano wanna be, non mi capacito di questa cosa e personalmente sono allergico a girare in centro nel weekend. Credo anche che chi frequenta la pista sia ben lontano da quel target, dunque capisco ancora meno questo voler passare per i metropolitani della situazione.
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
ma, oltre a quel che dite (giusto!), e coprire TUTTA l'area dietro la ovest e fare in modo che la gente possa mangiarci prima, durante o dopo la partita?barabitt ha scritto: ↑4 apr 2024, 15:19...haha, è vero ! Effettivamente riuscire anche a coprirli non sarebbe maleKenta ha scritto: ↑4 apr 2024, 15:13Concordo coi tavoli alti, magari mettendoli sotto a dei gazebo (coprendo magari anche la fila al food truck perché una volta mentre attendevo di ordinare mi sono praticamente docciata).
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
L'unica cosa che mi permetto di aggiungere è che c'era eventualmente la possibilità di comunicare in quel modo con la parte "VIP"/Sponsor (non tutti ovviamente), quindi un altro target. Si è permesso invece di allargarsi a tutti con le conseguenze nefaste (accentuate dal COVID) che conosciamo. L'ho sempre detto sta a chi deve comunicare conoscere i proprio "clienti", ascoltarli e muoversi di conseguenza. Imporre il proprio io in un contesto del genere non ha alcun senso ed è controproducente. E purtroppo i danni li ha subito solo l'immagine del Lugano e questo mi dispiace ancora di più.
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Io. Ti. Applaudo. POPOLARI bisogna essere, non possono non averlo capito dai.Thor41 ha scritto: ↑4 apr 2024, 16:12Il “Nüm da Lügan” era forzatissimo, MM all’epoca l’ha usato per dare il contentino alla parte (gran parte) che chiedeva meno glamour, e ha partorito questa che trovo un’ovvietà pauraosa, oltretutto accantonata all’istante, era partito come “slogan” della campagna abbonamenti e l’avranno utilizzato per un mese forse.
In generale è un po’ sto concetto del far passare una realtà piccola come la nostra in una Milano wanna be, non mi capacito di questa cosa e personalmente sono allergico a girare in centro nel weekend. Credo anche che chi frequenta la pista sia ben lontano da quel target, dunque capisco ancora meno questo voler passare per i metropolitani della situazione.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
PO PO LA RIIIIIIII !!!!!!
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
E per restare un po' in tema "popolare" una cosa buona recente però la voglio dire, aver rimesso l'inno vecchio. Piace un po' a tutti, bambini compresi
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
A me sembra che tu abbia molta ragione. Uno, lui, in effetti era un tifoso ma aveva un pedigree (e un target) fuori luogo. Non riempi la pista di VIP e VIPPETTI, la riempi di gente normale, quelli della Piazza Riforma e dei palazzetti prestigiosi vanno nelle lounge, per portare gente sugli spalti devi parlare al pueblo. Gli/le altri/e invece sono i classici markettari. Il problema comunque non sono loro ma chi li sceglie.Lightning ha scritto: ↑4 apr 2024, 13:54A me sembra che coloro che ultimamente hanno guidato la parte del marketing non siano veramente a conoscenza del "prodotto" che forniscono e, di conseguenza, del territorio in cui operano o non ne tengano davvero conto (è appunto una mia sensazione). Non parlo delle competenze , quelle ci saranno sicuramente ma è la conoscenza del contesto a far la differenza.
In questo settore relativo allo sport, è assolutamente necessario conoscere a fondo tutto ciò che ruota attorno: o si è lavorato in ambito sportivo (il tifoso non è un semplice cliente) oppure si conosce bene il contesto e si possiede un bagaglio d'esperienza del territorio ed ancora più specifico della piazza (parlare con la gente dei vari settori).
A me sembra si facciano un po' le azioni di marketing classiche che "vanno di moda" al giorno d'oggi: influencers, social media, ecc...ma in questo ambiente, a parer mio, serve decisamente tanto altro come "il contatto e le coccole" dirette alle persone (tenendosele strette).
Come ha citato metro, le iniziative sociali anche se non ci toccano direttamente, sono fondamentali e devono essere perseguite (e danno anche quel tocco di grande umanità che oggigiorno diversi hanno smarrito).