Chris McSorley, il nostro ex allenatore

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Solo Lugano
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da Solo Lugano » 8 ott 2022, 21:38

Thor41 ha scritto:
8 ott 2022, 19:25
Il positivo di tutto ciò è che la separazione è consensuale, perciò, da ignorante, deduco che finanziariamente non ne subiamo troppe conseguenze.
... Penso buonauscita...

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Jean Valjean
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da Jean Valjean » 8 ott 2022, 23:28

Kenta ha scritto:
8 ott 2022, 19:09
“ L’analisi ha considerato i risultati sportivi deludenti della scorsa stagione e della prima parte del campionato 2022/23, la gestione del gruppo da parte dello staff tecnico, il sistema di gioco e i metodi di allenamento e la mancanza di emozioni in pista denotata dalla squadra.”

Quante cose! Ullallà!
Quasi tutte mai nominate o ammesse prima…
il sistema di gioco è l'unica che non mi bevo. non avevano mai visto giocare il Ginevra prima di ingaggiare CMS?
le emozioni sicuramente sono mancate a CMS in primis e mi chiedo come mai.

quello che mi piacerebbe capire è chi si è scazzato prima, noi o CMS?

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Kenta
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da Kenta » 12 ott 2022, 19:26

Dal CdT

«Ho dato il massimo per il club, ma me ne vado senza rancore»

È finita dove tutto era iniziato: a Villa Sassa, dove era stato presentato un anno e mezzo fa, Chris McSorley ha rilasciato la sua ultima intervista al CdT

È finita dove tutto era iniziato: a Villa Sassa, dove era stato presentato un anno e mezzo fa, Chris McSorley ha rilasciato la sua ultima intervista al CdT. È un addio senza polemiche, quello del coach canadese, che con eleganza si toglie comunque qualche sassolino dalle scarpe.

La prima domanda è la più scontata, ma forse anche la più difficile: come sta oggi Chris McSorley?
«Sto bene, davvero, anche se il club mi aveva ingaggiato per riportare a Lugano la cultura del titolo e non ci sono riuscito. Una cultura che si basa su cose semplici: bloccare i tiri, andare sulla porta avversaria, fare pressione. Ma la squadra deve venire sempre prima del singolo individuo».

Una frase, questa, che sembra già un attacco frontale ad alcuni giocatori...
«Le ragioni che hanno portato al mio allontanamento, al momento, sono irrilevanti. Provo una grande gratitudine nei confronti della dirigenza bianconera per l’opportunità che mi è stata concessa. La passata stagione ai miei occhi era stata soddisfacente, avevamo dovuto affrontare parecchie vicissitudini: tanti infortuni, il coronavirus, una preparazione non ottimale a causa della Champions League. Eppure abbiamo eliminato il Ginevra nei pre-playoff e non abbiamo sfigurato sul piano del gioco contro lo Zugo. Quest’anno non siamo partiti bene e, quando i risultati non arrivano, a pagare è l’allenatore. Il club mi ha però sempre rispettato e io voglio andarmene mantenendo delle buone relazioni. So che all’inizio della partita con il Davos la Curva Nord non ha cantato per cinque minuti e questo gesto mi ha toccato. Ci tengo a ringraziarla, così come ringrazio per il supporto il Golden Wings Club bianconero».

Non c’è animosità, nelle dichiarazioni di McSorley?
«No, perché dovrebbe essercene? La mia famiglia ed io avremo Lugano nel cuore per sempre. Siamo stati accolti benissimo, tutti. Sono arrivato con una stretta di mano e me ne voglio andare con una stretta di mano. E faccio sinceramente i miei migliori auguri di successo a Luca Gianinazzi. Si tratta di un’ottima scelta: sono convinto che avrà una grande carriera di allenatore in National League. Ci tengo inoltre a ringraziare di cuore Hnat Domenichelli: è stato sempre corretto con me, dal primo all’ultimo giorno. Il Lugano è fortunato ad avere un direttore sportivo come lui: ve lo dice uno che è in questo business da 30 anni. Sono certo che prima o poi il Lugano troverà la formula magica per tornare a vincere, ma purtroppo non lo farà con me».

L'esonero? È una decisione che rispetto, perché la dirigenza l’ha presa nell’interesse del club e non contro McSorley

Con quale spirito ha accolto, McSorley, la notizia dell’esonero?
«È una decisione che rispetto, perché la dirigenza l’ha presa nell’interesse del club e non contro McSorley. D’altra parte le cose non stavano andando bene. Ma anche in questi giorni difficili non ho avuto il minimo screzio con il management bianconero: tutto è stato fatto con la massima trasparenza. La dirigenza era stata chiara: voleva una buona partenza in campionato e non siamo stati in grado di garantirla. Quando ho visto gli incredibili alti e bassi tra una partita e l’altra, ho capito che sarebbe stato complicato trovare la giusta costanza di rendimento. Era un compito che spettava a noi dello staff tecnico: ci abbiamo provato con tutte le nostre forze, non abbiamo mai lesinato gli sforzi. Mai».

In un’intervista rilasciata al nostro giornale Hnat Domenichelli ha spiegato che i problemi tra il gruppo e McSorley sono iniziati già al termine della passata stagione. E che sono poi esplosi durante i campi di allenamento in Germania e a Lenzerheide...
«Abbiamo fatto di tutto per migliorare il livello della squadra, soprattutto per quel che riguarda la fase offensiva. E abbiamo lavorato molto al video: nell’hockey l’orchestra suona quasi sempre la stessa melodia, a cambiare sono i musicisti. Purtroppo non abbiamo nemmeno avuto la fortuna che volevamo e che, forse, meritavamo pure. Ciò che posso dire è che durante l’estate abbiamo cercato di fare il meglio anche a livello di comunicazione, con i giocatori. E abbiamo fatto il massimo per metterli nelle migliori condizioni possibili, da un punto di vista tattico. Faccio questo lavoro da tanto tempo e sento puzza di bruciato prima che il problema si ponga: ebbene, non ho mai avuto l’impressione, durante l’estate, che i giocatori non fossero soddisfatti. Anche perché tanti di loro lo scorso anno avevano vissuto una delle loro migliori stagioni in assoluto, in termini individuali. Alla fine però, come ho detto, contano i risultati e mi assumo la responsabilità di non averli ottenuti».

McSorley non ha perso almeno un po’ di quella passione che lo animava quando era a Ginevra?
«Un allenatore deve sempre sapere evolversi e adattarsi a nuove situazioni se vuole avere successo. In tutti questi anni ho trascorso ore ed ore a studiare il lavoro di altri colleghi per tenermi il più possibile aggiornato. E sono convinto di essere più bravo adesso di quanto non lo fossi 20 anni fa. Il fatto che abbia compiuto 60 anni non conta nulla: la gente non spara al proprio banchiere, al proprio assicuratore o al proprio medico, quando compiono 60 anni. Ho sempre molta fiducia nelle mie capacità e penso di aver fatto delle cose buone anche per il Lugano. Davanti a me ho ancora tanti progetti legati all’hockey: l’entusiasmo che mi spinge a cercare di spingermi sempre oltre il limite non è scemato».

Alle Vernets ho ricoperto diversi ruoli, ma mi sono sempre sentito soprattutto un coach. Il mio approccio a Lugano non è stato diverso di quello avuto a Ginevra

A Lugano è insomma arrivato lo stesso McSorley di Ginevra? Domenichelli afferma che non lo ha mai visto così abbattuto come dopo la sconfitta con il Kloten.
«Alle Vernets ho ricoperto diversi ruoli, ma mi sono sempre sentito soprattutto un coach. Il mio approccio a Lugano non è stato diverso di quello avuto a Ginevra. A Lugano come allenatore se ottieni dei risultati vai avanti, se non li ottieni è finita. Lo ripeto, in questo momento i dettagli di ciò che è successo non sono importanti. Tanti giocatori mi hanno inviato dei messaggi molto carini dopo il mio esonero: non è quindi vero che tutto il gruppo era contro di me. Per quel che riguarda la partita con il Kloten, ero deluso, molto deluso dalla prestazione della squadra. Soprattutto perché venivamo da un ottimo derby».

Torniamo per un attimo al discorso legato alla comunicazione. Hnat Domenichelli sostiene che al giorno d’oggi non si può obbligare un giocatore a farsi andare bene un tecnico. E che un coach non può più allenare basandosi solo ed esclusivamente su un rapporto di forza. È ciò che è successo a Lugano?
«Posso assicurare che lo staff tecnico ha sempre dato ai giocatori la possibilità di esprimersi, di condividere con noi le proprie idee. D’altra parte nella passata stagione abbiamo giocato un buon hockey, siamo stati superiori al Ginevra Servette nei pre-playoff e abbiamo perso nei quarti dei giochi per il titolo con lo Zugo campione svizzero. Quest’anno volevamo compiere un passo in avanti, ma alcuni infortuni hanno confermato che in squadra manca ancora una certa profondità».

Capitolo delicato. I tifosi, gli addetti ai lavori e probabilmente anche la dirigenza si attendevano di ammirare il Chris McSorley che a Ginevra, in panchina, faceva fuoco e fiamme. Il club ha imputato allo staff tecnico una certa mancanza di emozioni...
«Lo ripeto: nel mese di agosto di un anno e mezzo fa a Lugano è arrivata la stessa persona che ha lavorato a lungo a Ginevra. Il gioco e le regole, però, sono cambiate. Non è più possibile, per un allenatore, sbattere le porte delle balaustre e lanciare borracce in pista. Purtroppo (ride, NdR). Questa fama di tecnico sopra le righe mi si è incollata addosso per alcuni episodi effettivamente accaduti, ma ritengo di essere sempre stato corretto nei miei rapporti con gli arbitri. Non è da questi comportamenti che si può giudicare la bravura di un coach. Ho portato a Lugano lo stesso impegno di sempre, ma forse qualcuno non lo ha visto, o non ha voluto vederlo».

È rimasto sorpreso, McSorley, dall’intervista rilasciata da Arcobello al nostro giornale?
«Sì, perché credevo di avere un rapporto aperto e corretto con il nostro capitano. Lui ha però sempre negato di aver pronunciato quelle parole, o perlomeno che il loro senso fosse stato travisato, e allora devo concedergli il beneficio del dubbio».

Non è più possibile, per un allenatore, sbattere le porte delle balaustre e lanciare borracce in pista. Purtroppo...
Davos, 1. marzo 1986: c'ero anch'io!

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Under Ashes
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da Under Ashes » 12 ott 2022, 21:29

Bella la frase "L'esonero? È una decisione che rispetto, perché la dirigenza l’ha presa nell’interesse del club e non contro McSorley".

Ciao Chris e grazie comunque. :|
L'intelligenza sulla terra è costante. La popolazione in aumento.

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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da ciccio33 » 13 ott 2022, 12:46

Come allenatore mai piacuto, capito poco del (non)gioco che voleva dare alla squadra (mi sa che ci han capito poco anche i giocatori :lool: ). Chapeau però alla persona, se ne è uscito con eleganza, senza polemiche ormai inutili.
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jwharding
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da jwharding » 18 ott 2022, 6:34

Personaggio che non mi è mai andato giù, e confermo dopo le 2 interviste di ieri alla RSI e TT. Cerca di fare "il signore" ma in realtà sta mentendo, dice cose non vere, non si mette in discussione per niente, dice che tutto andava bene, niente riunioni tattiche, ecc
Ciao Chris, più lontano sei, meglio sarà

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Grog
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Re: Chris McSorley, il nostro ex allenatore

Messaggio da Grog » 18 ott 2022, 22:53

ho postato il link al podcast di nlicedata nel thread delle statistiche dove distruggono il suo lavoro, soprattutto la scelta tattica di lasciare entrare indisturbato l'avversario nel terzo di difesa, dove abbiamo il peggior valore della lega, pari all'ajoie dell'anno scorso. Nell'hockey moderno non puoi concedere entrate pulite a iosa agli avversari con una difesa attendista.
Davvero consiglio di ascoltarlo perchè analizzano bene.

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