Gargantini defeca più dalle dita che da…Lord Burg ha scritto: ↑9 ott 2021, 19:29Leland Irving non è infortunato, ma non è al massimo della condizione e dunque il Lugano gli lascerà il giusto tempo prima di schierarlo
https://twitter.com/andy86ch/status/144 ... 02986?s=21
Ah ecco, notizia che mi fa molto piacere leggere. Si evita quindi proprio quello che temevo, vale a dire metterlo subito davanti ai giovani nonostante sia appena arrivato e non giochi da mesi.
Bene, bravi
Leland Irving
Moderatore: Thor41
Re: Leland Irving
Re: Leland Irving
La licenza viene tolta alla prima partita...per ora non è stato ancora usata. Ero giusto avere un portiere in più con Schlegel che può tornare ad allenarsi fra 40 giorni...sé si infortuna Fatton o Fadani cosa fai?
Re: Leland Irving
Secondo me è più importante pensare a degli stranieri di movimento, volendo 2 portieri bravi e giovani li abbiamo anche se pensandoci bene visto che quest'anno l'uroc è In gran forma hai ragione non è una mossa completamente sbagliata.
Re: Leland Irving
Non saremo sempre fortunati come ieri sera. Fadani (comprensibilmente) tesissimo ha rilasciato un sacco di rebound, uno Zurigo ci avrebbe affossato.ciccio33 ha scritto: ↑10 ott 2021, 10:57Secondo me è più importante pensare a degli stranieri di movimento, volendo 2 portieri bravi e giovani li abbiamo anche se pensandoci bene visto che quest'anno l'uroc è In gran forma hai ragione non è una mossa completamente sbagliata.
Re: Leland Irving
Forse ho scritto sull'euforia della vittoria inaspettata di ieri, ma effettivamente pensandoci meglio un portiere più esperto ci vuole anche perché la sfiga è sempre dietro l'angolo... certo magari un portiere svizzero sarebbe stato meglio ma tant'è...
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Re: Leland Irving
Leland Irving e i consigli di Ireland e Plastino
HOCKEY Il nuovo portiere del Lugano: «Ho assistito al derby, mai vista una cosa simile»
Leland Irving e i consigli di Ireland e Plastino
Leland Irving. ©CDT/GABRIELE PUTZU
Di
Flavio Viglezio
12 ottobre 2021 , 22:29
Hockey
Affabile e sorridente: si è presentato così, Leland Irving, alla sua prima intervista in bianconero. Impressionato dall’atmosfera del derby, il nuovo portiere del Lugano ha tanta voglia di mettersi a disposizione di Chris McSorley: «Spero di essere un esempio per Fatton e Fadani», dice.
Da Bolzano a Malmö e dalla Svezia a Lugano. Considerando anche le precedenti esperienze in Finlandia e nella KHL russa, Leland Irving ha ormai girato mezza Europa. Con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di far bene. «Dopo l’esperienza a Bolzano – spiega il nuovo portiere canadese del Lugano – ho accettato un contratto di breve durata con il Malmö perché volevo tornare a misurarmi con un hockey di alto livello. Quando poi è arrivata l’offerta del club bianconero l’ho colta al volo: il campionato svizzero è sicuramente uno dei migliori in Europa».
Amici «ticinesi»
A convincerlo a compiere questo passo sono state anche due vecchie conoscenze dell’hockey ticinese: Greg Ireland e Nick Plastino. «So che coach Ireland ha lavorato molto bene qui a Lugano e mi dicono che abbia lasciato ottimi ricordi. Mi ha chiamato lui, in questi giorni, e mi ha dato qualche consiglio che si rivelerà di sicuro utile. Greg è diventato un amico, so di poterlo sentire in ogni momento in caso di bisogno. Nutro un grande rispetto nei suoi confronti, come allenatore e come uomo. Per quanto riguarda Plastino, vivevamo nello stesso palazzo a Bolzano. Siamo diventati buoni amici, ci vedevamo spesso anche fuori dal ghiaccio con le nostre famiglie. Insomma, so già un po’ quel che mi aspetta qui a Lugano». La moglie e le tre figlie per ora sono rimaste in Canada: «Sì, mia moglie lavora e le ragazze hanno la scuola. Ma mi verranno a trovare. Ho già detto loro che Lugano è bellissima».
Come Miikka Kiprusoff
Arrivato in Ticino alla fine della scorsa settimana, Irving ha assistito dalle tribune della Cornèr Arena al derby tra Lugano e Ambrì Piotta: «È stata una cosa incredibile, sono rimasto impressionato dall’atmosfera in pista. Non avevo mai visto nulla di simile».
Venerdì alla Gottardo Arena potrebbe toccare a lui: «Non lo so e sinceramente preferisco concentrarmi su ciò che posso controllare. Sono qui per dare il meglio di me e per crescere ulteriormente: Michael Lawrence è un ottimo preparatore dei portieri e sono certo che lavoreremo molto bene insieme. So anche che il Lugano conta molto su Thibault Fatton e Davide Fadani: spero di essere un esempio per loro, una sorta di mentore come era successo a me, da giovane, con il finlandese Miikka Kiprusoff a Calgary, in NHL».
Già, la NHL. Due stagioni e 13 partite nella Lega più bella del mondo rimangono un ricordo indelebile nella mente di Leland: «Certamente, ma vissuto esperienze positive ovunque io abbia giocato. Ad un certo punto ho fatto delle scelte anche per la mia famiglia. A Bolzano, per esempio, mi sono trovato benissimo. Se ho imparato l’italiano? Assolutamente no (ride, NdR) , anche perché la gente mi parlava più in tedesco che in italiano... Le mie figlie un po’ se la cavano, invece».
Malattia e resilienza
La vita ha insegnato in fretta a Irving il significato di parole come malattia, resilienza, lotta. All’età di otto anni a Irving viene diagnosticato un tumore maligno. Quella che sembra solo una puntura di insetto dietro ad un orecchio è in realtà un rabdomiosarcoma, un cancro infantile particolarmente aggressivo. Per guarire affronta tredici mesi di chemioterapia, mancando solo un allenamento e una partita. «È stato un periodo ovviamente molto difficile, ma l’hockey e la famiglia mi hanno permesso di superarlo. Di vivere una vita quasi normale anche in quei momenti. È stata un’esperienza che mi ha reso più forte. Quando sono diventato padre mi sono reso conto di cosa hanno dovuto affrontare i miei genitori. E nutro un sentimento di immensa gratitudine nei loro confronti».
HOCKEY Il nuovo portiere del Lugano: «Ho assistito al derby, mai vista una cosa simile»
Leland Irving e i consigli di Ireland e Plastino
Leland Irving. ©CDT/GABRIELE PUTZU
Di
Flavio Viglezio
12 ottobre 2021 , 22:29
Hockey
Affabile e sorridente: si è presentato così, Leland Irving, alla sua prima intervista in bianconero. Impressionato dall’atmosfera del derby, il nuovo portiere del Lugano ha tanta voglia di mettersi a disposizione di Chris McSorley: «Spero di essere un esempio per Fatton e Fadani», dice.
Da Bolzano a Malmö e dalla Svezia a Lugano. Considerando anche le precedenti esperienze in Finlandia e nella KHL russa, Leland Irving ha ormai girato mezza Europa. Con il sorriso sulle labbra e tanta voglia di far bene. «Dopo l’esperienza a Bolzano – spiega il nuovo portiere canadese del Lugano – ho accettato un contratto di breve durata con il Malmö perché volevo tornare a misurarmi con un hockey di alto livello. Quando poi è arrivata l’offerta del club bianconero l’ho colta al volo: il campionato svizzero è sicuramente uno dei migliori in Europa».
Amici «ticinesi»
A convincerlo a compiere questo passo sono state anche due vecchie conoscenze dell’hockey ticinese: Greg Ireland e Nick Plastino. «So che coach Ireland ha lavorato molto bene qui a Lugano e mi dicono che abbia lasciato ottimi ricordi. Mi ha chiamato lui, in questi giorni, e mi ha dato qualche consiglio che si rivelerà di sicuro utile. Greg è diventato un amico, so di poterlo sentire in ogni momento in caso di bisogno. Nutro un grande rispetto nei suoi confronti, come allenatore e come uomo. Per quanto riguarda Plastino, vivevamo nello stesso palazzo a Bolzano. Siamo diventati buoni amici, ci vedevamo spesso anche fuori dal ghiaccio con le nostre famiglie. Insomma, so già un po’ quel che mi aspetta qui a Lugano». La moglie e le tre figlie per ora sono rimaste in Canada: «Sì, mia moglie lavora e le ragazze hanno la scuola. Ma mi verranno a trovare. Ho già detto loro che Lugano è bellissima».
Come Miikka Kiprusoff
Arrivato in Ticino alla fine della scorsa settimana, Irving ha assistito dalle tribune della Cornèr Arena al derby tra Lugano e Ambrì Piotta: «È stata una cosa incredibile, sono rimasto impressionato dall’atmosfera in pista. Non avevo mai visto nulla di simile».
Venerdì alla Gottardo Arena potrebbe toccare a lui: «Non lo so e sinceramente preferisco concentrarmi su ciò che posso controllare. Sono qui per dare il meglio di me e per crescere ulteriormente: Michael Lawrence è un ottimo preparatore dei portieri e sono certo che lavoreremo molto bene insieme. So anche che il Lugano conta molto su Thibault Fatton e Davide Fadani: spero di essere un esempio per loro, una sorta di mentore come era successo a me, da giovane, con il finlandese Miikka Kiprusoff a Calgary, in NHL».
Già, la NHL. Due stagioni e 13 partite nella Lega più bella del mondo rimangono un ricordo indelebile nella mente di Leland: «Certamente, ma vissuto esperienze positive ovunque io abbia giocato. Ad un certo punto ho fatto delle scelte anche per la mia famiglia. A Bolzano, per esempio, mi sono trovato benissimo. Se ho imparato l’italiano? Assolutamente no (ride, NdR) , anche perché la gente mi parlava più in tedesco che in italiano... Le mie figlie un po’ se la cavano, invece».
Malattia e resilienza
La vita ha insegnato in fretta a Irving il significato di parole come malattia, resilienza, lotta. All’età di otto anni a Irving viene diagnosticato un tumore maligno. Quella che sembra solo una puntura di insetto dietro ad un orecchio è in realtà un rabdomiosarcoma, un cancro infantile particolarmente aggressivo. Per guarire affronta tredici mesi di chemioterapia, mancando solo un allenamento e una partita. «È stato un periodo ovviamente molto difficile, ma l’hockey e la famiglia mi hanno permesso di superarlo. Di vivere una vita quasi normale anche in quei momenti. È stata un’esperienza che mi ha reso più forte. Quando sono diventato padre mi sono reso conto di cosa hanno dovuto affrontare i miei genitori. E nutro un sentimento di immensa gratitudine nei loro confronti».
Re: Leland Irving
Bella intervista. Grande persona.
Re: Leland Irving
Diversi buoni interventi, ma due reti sono sue
Contro Ambrì Fadani, please
Contro Ambrì Fadani, please