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Re: Julian Walker

Inviato: 16 gen 2021, 16:45
da snake
Dopo tutti i minuti in bp mi sembrava cotto.

Re: Julian Walker

Inviato: 29 gen 2021, 23:15
da Thor41
L’esclusione pare non averlo svegliato.

Re: Julian Walker

Inviato: 30 gen 2021, 0:29
da Lord Burg
Concordo, mi aspettavo un’altra reazione oggi.

Re: Julian Walker

Inviato: 2 feb 2021, 22:57
da Jean Valjean
non mi è affatto dispiaciuto.

Re: Julian Walker

Inviato: 10 feb 2021, 1:43
da Lord Burg
Oggi si è tornata a vedere la sua utilità anche al di fuori del BP (dove ha circa sempre fatto bene). Grande sacrificio soprattutto negli ultimi minuti.

Re: Julian Walker

Inviato: 11 feb 2021, 23:18
da Jean Valjean
Ma come? Patrick Fischer ha portato un boscaiolo a Lugano? :lool:

Re: Julian Walker

Inviato: 11 feb 2021, 23:21
da Jean Valjean
Ancora due partite e Julian Walker raggiungerà le 400 presenze in bianconero. Un traguardo che potrebbe tagliare già nel weekend, scendendo in pista venerdì contro il Friburgo e domenica contro il Rapperswil.

Julian, delle tue 821 gare in NLA, quasi la metà le hai giocate con il Lugano. Che effetto ti fa?
«È molto bello sapere di aver fatto parte per così tanto tempo di un club importante, storico. È un onore. Ma l’obiettivo che mi stuzzica di più, oggi come oggi, è allungare la nostra striscia positiva e vincere l’ottava partita di fila».

Sei arrivato a Lugano nel settembre del 2013, un giorno prima dell’inizio del campionato. Cosa ricordi di quel trasferimento?
«Ricordo soprattutto una telefonata di Patrick Fischer, nuovo coach bianconero. In maggio avevamo conquistato insieme l’argento ai Mondiali di Stoccolma: io in pista, lui in panchina come assistente di Simpson. Quella di lasciare il Ginevra non fu una mia scelta. Quella di venire a Lugano invece sì. Dopo essere stato liberato da McSorley, per me fu facile accettare l’invito di ‘‘Fischi’’. Poter giocare un giorno nel Lugano è sempre stato nei miei pensieri, ma non credevo che ci sarei rimasto così a lungo. Adesso è casa mia».

Sarà così anche a fine carriera?
«Il piano è quello, ma non si sa mai. Il mio contratto scade nel 2023, avrò quasi 37 anni. Vedremo cosa mi suggerirà il corpo quando verrà il momento. Intanto mi godo il presente».

Per raggiungere le 1.000 partite in National League ed entrare in un club ristretto di giocatori non ti basteranno altre due stagioni. È un obiettivo che ti stuzzica?
«È troppo lontano, non riesco proprio a pensarci. L’unica certezza, purtroppo, è che non diventerò più giovane di così. Ad inizio stagione ho letto un articolo in cui si parlava dei giocatori ancora in attività con più presenze in National League. Ero abbastanza in alto, più di quanto mi aspettassi. Non dico di essermi spaventato, ma mi sono sorpreso. C’è una parte di me che crede ancora di avere 25 anni. Allo stesso tempo, però, ho maturato una certa consapevolezza. Infatti, come dicevo, ho imparato a vivere il presente. A godermelo».

È un presente che vede il Lugano lanciatissimo, ma nel quale tu devi lottare per avere un posto in squadra e minuti di ghiaccio. Come vivi questa situazione?
«Ogni tanto ci penso, sì, ma fa parte del mestiere. A 34 anni non ho smesso di cercare nuove strade, nuovi ruoli e nuovi sistemi per rendermi utile e importante. Se mi guardo indietro, capisco di esserci già passato tante volte. In queste 821 partite in NL non mi è mai stato regalato nulla, sono abituato a lottare per una maglia da titolare. Credo che sia stato proprio questo a farmi crescere e a spingermi fino a qui».

A 34 anni è più facile pensare prima alla squadra che a se stessi?
«Io ho sempre messo la squadra al primo posto. In un’ottica individuale, di sviluppo personale, questo potrebbe essere stato un punto debole: ogni tanto avrei forse dovuto credere maggiormente nelle mie qualità, fare un tiro in più e un passaggio in meno. Ma questa è la mia natura, quindi non ho rimpianti. Sono fiero di ciò che sono e di ciò che ho fatto».

C’è una specialità nella quale resti preziosissimo: il box-play.
«Quelli trascorsi in inferiorità numerica sono momenti intensi e decisivi. Con le tribune deserte, è facile sentire l’esultanza dei compagni dopo un tiro bloccato o una spazzata a fondo pista. Una squadra sa cosa è importante. Ci sono i gol e le parate, ma anche tanto altro. Nel box-play conta la tattica, sì, però c’è sempre un momento di imprevedibilità, una giocata avversaria che ti spiazza. In quei casi, a fare la differenza sono la volontà, il sacrificio, la punta del bastone, un pattino allungato in extremis, un tuffo disperato. A volte fa male, ma è un dolore necessario».

Ti capita spesso di guardare la medaglia d’argento conquistata ai Mondiali del 2013?
«Mia moglie ha deciso di incorniciarla e l’abbiamo esposta di fianco al televisore. La bambina piccola la butta giù almeno una volta al giorno: ogni volta che la raccolgo, la mente torna a quei momenti magici».

Che dire delle medaglie d’argento ottenute a Lugano nel 2016 e nel 2018? Fanno ancora male?
«Nel profondo sì, un po’ di dolore è rimasto. Dopo quella gara-7 persa con lo Zurigo mi si è spezzato il cuore. Per giorni ho pensato soprattutto ai tifosi, che ci avevano trascinati fin lì. Con il tempo, però, ho imparato ad apprezzare i bei ricordi e le emozioni di quelle finali. Sono una motivazione per andare avanti e riprovarci».

Grande Julian!!!

Re: Julian Walker

Inviato: 12 feb 2021, 15:07
da Conte1986
Jean Valjean ha scritto:
11 feb 2021, 23:21
Ancora due partite e Julian Walker raggiungerà le 400 presenze in bianconero. Un traguardo che potrebbe tagliare già nel weekend, scendendo in pista venerdì contro il Friburgo e domenica contro il Rapperswil.

Julian, delle tue 821 gare in NLA, quasi la metà le hai giocate con il Lugano. Che effetto ti fa?
«È molto bello sapere di aver fatto parte per così tanto tempo di un club importante, storico. È un onore. Ma l’obiettivo che mi stuzzica di più, oggi come oggi, è allungare la nostra striscia positiva e vincere l’ottava partita di fila».

Sei arrivato a Lugano nel settembre del 2013, un giorno prima dell’inizio del campionato. Cosa ricordi di quel trasferimento?
«Ricordo soprattutto una telefonata di Patrick Fischer, nuovo coach bianconero. In maggio avevamo conquistato insieme l’argento ai Mondiali di Stoccolma: io in pista, lui in panchina come assistente di Simpson. Quella di lasciare il Ginevra non fu una mia scelta. Quella di venire a Lugano invece sì. Dopo essere stato liberato da McSorley, per me fu facile accettare l’invito di ‘‘Fischi’’. Poter giocare un giorno nel Lugano è sempre stato nei miei pensieri, ma non credevo che ci sarei rimasto così a lungo. Adesso è casa mia».

Sarà così anche a fine carriera?
«Il piano è quello, ma non si sa mai. Il mio contratto scade nel 2023, avrò quasi 37 anni. Vedremo cosa mi suggerirà il corpo quando verrà il momento. Intanto mi godo il presente».

Per raggiungere le 1.000 partite in National League ed entrare in un club ristretto di giocatori non ti basteranno altre due stagioni. È un obiettivo che ti stuzzica?
«È troppo lontano, non riesco proprio a pensarci. L’unica certezza, purtroppo, è che non diventerò più giovane di così. Ad inizio stagione ho letto un articolo in cui si parlava dei giocatori ancora in attività con più presenze in National League. Ero abbastanza in alto, più di quanto mi aspettassi. Non dico di essermi spaventato, ma mi sono sorpreso. C’è una parte di me che crede ancora di avere 25 anni. Allo stesso tempo, però, ho maturato una certa consapevolezza. Infatti, come dicevo, ho imparato a vivere il presente. A godermelo».

È un presente che vede il Lugano lanciatissimo, ma nel quale tu devi lottare per avere un posto in squadra e minuti di ghiaccio. Come vivi questa situazione?
«Ogni tanto ci penso, sì, ma fa parte del mestiere. A 34 anni non ho smesso di cercare nuove strade, nuovi ruoli e nuovi sistemi per rendermi utile e importante. Se mi guardo indietro, capisco di esserci già passato tante volte. In queste 821 partite in NL non mi è mai stato regalato nulla, sono abituato a lottare per una maglia da titolare. Credo che sia stato proprio questo a farmi crescere e a spingermi fino a qui».

A 34 anni è più facile pensare prima alla squadra che a se stessi?
«Io ho sempre messo la squadra al primo posto. In un’ottica individuale, di sviluppo personale, questo potrebbe essere stato un punto debole: ogni tanto avrei forse dovuto credere maggiormente nelle mie qualità, fare un tiro in più e un passaggio in meno. Ma questa è la mia natura, quindi non ho rimpianti. Sono fiero di ciò che sono e di ciò che ho fatto».

C’è una specialità nella quale resti preziosissimo: il box-play.
«Quelli trascorsi in inferiorità numerica sono momenti intensi e decisivi. Con le tribune deserte, è facile sentire l’esultanza dei compagni dopo un tiro bloccato o una spazzata a fondo pista. Una squadra sa cosa è importante. Ci sono i gol e le parate, ma anche tanto altro. Nel box-play conta la tattica, sì, però c’è sempre un momento di imprevedibilità, una giocata avversaria che ti spiazza. In quei casi, a fare la differenza sono la volontà, il sacrificio, la punta del bastone, un pattino allungato in extremis, un tuffo disperato. A volte fa male, ma è un dolore necessario».

Ti capita spesso di guardare la medaglia d’argento conquistata ai Mondiali del 2013?
«Mia moglie ha deciso di incorniciarla e l’abbiamo esposta di fianco al televisore. La bambina piccola la butta giù almeno una volta al giorno: ogni volta che la raccolgo, la mente torna a quei momenti magici».

Che dire delle medaglie d’argento ottenute a Lugano nel 2016 e nel 2018? Fanno ancora male?
«Nel profondo sì, un po’ di dolore è rimasto. Dopo quella gara-7 persa con lo Zurigo mi si è spezzato il cuore. Per giorni ho pensato soprattutto ai tifosi, che ci avevano trascinati fin lì. Con il tempo, però, ho imparato ad apprezzare i bei ricordi e le emozioni di quelle finali. Sono una motivazione per andare avanti e riprovarci».

Grande Julian!!!
Giocatore fondamentale, specialmente nei PO !

Re: Julian Walker

Inviato: 13 feb 2021, 1:25
da Lord Burg
Nonostante sulla carta continua a partire come 13º attaccante, nelle ultime 2 partite è l’ala della quarta linea che ha ottenuto più minuti. Sembrerebbe che sia sulla via di riconquistarsi il posto. Giustamente, secondo, vedendo anche qual è la “concorrenza”...

Re: Julian Walker

Inviato: 14 feb 2021, 20:00
da Lord Burg
Ingenuità imperdonabile. Non puoi andare a mettere in difficoltà i tuoi compagni con un’azione del genere, tanto meno se la squadra era già in inferiorità numerica.

In questo caso avrei visto bene una “cura Fischer”, fisso in panchina per il resto della partita. Pelletier invece lo ha addirittura promosso in seconda linea...