CdA (e marketing)

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Kenta
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Kenta » 18 gen 2023, 0:09

Roba da clonare Blaser!
Davos, 1. marzo 1986: c'ero anch'io!

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Bernie
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Bernie » 18 gen 2023, 13:12

Piccola premessa: qualche giorno fa, non ricordo se prima del derby o prima della partita precedente, alcuni di voi affermavano che non si sarebbero recati in pista... volevo dire la mia, ma poi ho desistito perché avevo semplicemente "perso l'attimo". Ora sono due giorno che i post con maggiori commenti sono quelli che riguardano proprio ciò a cui la mia risposta era dedicata... quindi, se avete voglia e tempo di leggere, ecco il mio pensiero:

Io stasera ci sarò, come ci sono sempre stata da 40 anni a questa parte, nella buona e nella cattiva sorte (come cantava anni fa Flavio Maspoli...).

Io, al contrario di questa società allo sbando, sono legata a questi colori (il bianco, il nero e il giallo) nel senso più forte di quella che io ritengo un'identità che ancora c'è, un cuore che, anche se lievemente, batte ancora ma che chi dovrebbe prima di tutti ribadirla (questa identità), se ne è completamente dimenticato e ne calpesta ogni giorno che passa valori e storia.

Non dimentichiamoci che una storia e una identità non ce l'hanno sono quelli della Valle. Il Lugano è nato ben prima dei grandi successi dell’era Mantegazza. Prima di arrivare lì, e fin dall’inizio della sua storia, ha faticato ben più di quelle squadre che il ghiaccio se lo trovavano fuori casa non appena arrivava l’inverno, mentre in città per anni ci si barcamenava come meglio si poteva elemosinando spazi a destra e manca. Creare una squadra di hockey in riva al lago… sotto le palme… pazzi o visionari? In valle, lo raccontano i libri di storia, ridevano a crepapelle!

Da lì veniamo, ricordiamocelo tutti quanti!

Non siamo figli della serva ma nemmeno lo siamo, nel senso stretto della parola, dei Mantegazza. Grazie a loro, a Geo, abbiamo cambiato l’intero movimento hockeistico nazionale, abbiamo vinto (tanto) e ci siamo guadagnati il rispetto (e l’invidia) di molti. Lo abbiamo fatto sì grazie ai soldi, ma anche e soprattutto con umiltà e abnegazione, del Presidente e di tutto il suo entourage in primis! Geo con pochi proclami ma tanto lavoro ci ha portato in 8 anni dalla serie B al titolo di Campioni svizzeri, e tutto questo rispettando la nostra storia e rispettando i propri tifosi.

Io non so dove e quando tutto ciò è andato perso… forse quando si è cominciato a credere e a trasmettere il messaggio che fosse più importante apparire piuttosto che ESSERE (ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale).

E qui torniamo al discorso iniziale di identità. Cosa siamo diventati? Dove vogliamo andare se non sappiamo nemmeno più chi siamo? In cosa ci identifichiamo se non abbiamo un’anima, se non trasmettiamo emozioni, se veicoliamo solo vuoti contenuti su qualche pagina social e ci dimentichiamo che la gente che viene alla pista dovrebbe farlo in primo luogo perché si identifica nella società e nelle persone che la rappresentano, siano essi giocatori, allenatori o dirigenti. Questo farebbe sì che l’affetto, la presenza in pista non sarebbero solo frutto dei risultati sportivi, ma bensì un reale attaccamento ai colori e a ciò che rappresentano. Nella buona e nella cattiva sorte, come nei migliori matrimoni.

In questi ultimi anni siamo diventati un misto tra reality show, periferia di Milano e film di fantozziana memoria. Un giorno mi devo identificare nell’influencer di turno, un altro mi devo identificare nel nuovo brand-copia-incolla-juve, se in passato la dirigenza sventolava ai quattro venti la necessità di portare a Lugano giocatori che si identificassero nel territorio, oggi mi ritrovo a dover fare i conti con post e slogan in una lingua non propriamente “nostrana” (…il territorio… seee), come diceva qualcuno di voi si è passati dall’ESSERE “Uniti, fieri, bianconeri” a un effimero “We are LVGA”, non scordiamoci poi dell’urlatore folle, della megalomania del sig. Plein e di un pizzico di sana sbrojaggine… giusto per non farsi mancare nulla.
Che qualche tamarro o bimbomin**** in tutto questo ci si identifica ci può anche stare, ma che lo faccia un'intera dirigenza, questo e assai preoccupante.

Apparire piuttosto che ESSERE.

Non ho la bacchetta magica. Non so sinceramente se il paziente è spacciato o se ancora c’è una ben che minima speranza che in qualche modo possa sopravvivere a tutto questo.

Bisognerebbe forse tornare, anche solo per un breve istante, là dove tutto è iniziato, dove è stata prima la passione e la folle perseveranza di alcuni giovanotti a far nascere l’HCLugano e poi, in seguito, l’idea visionaria, forse un po' folle anche quella, del Presidente Mantegazza a dare a questa società una storia di cui andare fieri. Questo non vuol dire ricominciare tutto da capo, tornare umili e “sottomessi”, ma bensì ritrovare quelle radici andate perse, quel “cuore che batte”, quella volontà di credere che si può ambire a raggiungere di nuovo risultati importanti se si lavora con professionalità prima di tutto, ma soprattutto con umiltà e rispetto, parlando in modo chiaro e coerente ai propri tifosi, con cuore e passione. Basta arroganza, basta narcisismo!

ESSERE piuttosto che apparire.

In questi ultimi anni tra le due realtà, quella del tifoso e quella della dirigenza, è stato tirato su un muro che, avanti di questo passo, sarà talmente invalicabile che le due entità, volente o nolente, si allontaneranno sempre di più. Con tutte le conseguenze del caso.

C'è però da chiedersi... Ma il team di medici al capezzale di questo paziente moribondo sono quelli in grado di salvarlo? Hanno le capacità per farlo? Se non fosse il caso, hanno l’umiltà necessaria per fare un passo indietro e ascoltare altri pareri? Esiste un team (non so dove, non so quando) capace di curare al meglio questo paziente?

Mi scuso… alla fine sono stata, come sempre, troppo sentimentale e forse anche un pochino logorroica… ma non ho altro modo per ribadire la mia passione e l’amore che nutro verso il nostro Lugano.
Ultima modifica di Bernie il 18 gen 2023, 14:10, modificato 1 volta in totale.

barabitt
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da barabitt » 18 gen 2023, 13:25

Complimenti !!! Se non lo fai tu posso girare questo scritto alla Signorina Mantegazza, potrebbe essere utile !!!

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Thor41
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Thor41 » 18 gen 2023, 13:26

Hai approfondito il sentimento che abbiamo in molti. Brava come sempre :clapping:
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Metro the best
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Metro the best » 18 gen 2023, 13:27

:clapping:

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Metro the best
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Metro the best » 18 gen 2023, 13:38

L'unica via in questo momento per me è quella di farsi aiutare (immediatamente) dall'esterno con figure professionali (sportive e non) e intraprendere un percorso di (ri)costruzione della propria identità a livello societario e definire le strade da percorrere sia a livello sportivo che di relazione, comunicazione, con tutti gli stakeholder. Ripartire da 0 con quel poco che di buono è rimasto.

barabitt
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da barabitt » 18 gen 2023, 13:47

Metro the best ha scritto:
18 gen 2023, 13:38
L'unica via in questo momento per me è quella di farsi aiutare (immediatamente) dall'esterno con figure professionali (sportive e non) e intraprendere un percorso di (ri)costruzione della propria identità a livello societario e definire le strade da percorrere sia a livello sportivo che di relazione, comunicazione, con tutti gli stakeholder. Ripartire da 0 con quel poco che di buono è rimasto.
...ma per loro va tutto bene, quindi perché farsi aiutare da qualcuno ? Non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare !! Loro sono convinti di andare nella giusta direzione, altrimenti non continuerebbero a fare errori su errori da anni !!

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Kenta
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da Kenta » 18 gen 2023, 13:54

Bernie! :giverose:
Davos, 1. marzo 1986: c'ero anch'io!

5aprile1999
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da 5aprile1999 » 18 gen 2023, 13:56

Bernie ha scritto:
18 gen 2023, 13:12
Piccola premessa: qualche giorno fa, non ricordo se prima del derby o prima della partita precedente, alcuni di voi affermavano che non si sarebbero recati in pista... volevo dire la mia, ma poi ho desistito perché avevo semplicemente "perso l'attimo". Ora sono due giorno che i post con maggiori commenti sono quelli che riguardano proprio ciò a cui la mia risposta era dedicata... quindi, se avete voglia e tempo di leggere, ecco il mio pensiero:

Io stasera ci sarò, come ci sono sempre stata da 40 anni a questa parte, nella buona e nella cattiva sorte (come cantava anni fa Flavio Maspoli...).

Io, al contrario di questa società allo sbando, sono legata a questi colori (il bianco, il nero e il giallo) nel senso più forte di quella che io ritengo un'identità che ancora c'è, un cuore che, anche se lievemente, batte ancora ma che chi dovrebbe prima di tutti ribadirla (questa identità), se ne è completamente dimenticato e ne calpesta ogni giorno che passa valori e storia.

Non dimentichiamoci che una storia e una identità non ce l'hanno sono quelli della Valle. Il Lugano è nato ben prima dei grandi successi dell’era Mantegazza. Prima di arrivare lì, e fin dall’inizio della sua storia, ha faticato ben più di quelle squadre che il ghiaccio se lo trovavano fuori casa non appena arrivava l’inverno, mentre in città per anni ci si barcamenava come meglio si poteva elemosinando spazi a destra e manca. Creare una squadra di hockey in riva al lago… sotto le palme… pazzi o visionari? In valle, lo raccontano i libri di storia, ridevano a crepapelle!

Da lì veniamo, ricordiamocelo tutti quanti!

Non siamo figli della serva ma nemmeno lo siamo, nel senso stretto della parola, dei Mantegazza. Grazie a loro, a Geo, abbiamo cambiato l’intero movimento hockeistico nazionale, abbiamo vinto (tanto) e ci siamo guadagnati il rispetto (e l’invidia) di molti. Lo abbiamo fatto sì grazie ai soldi, ma anche e soprattutto con umiltà e abnegazione, del Presidente e di tutto il suo entourage in primis! Geo con pochi proclami ma tanto lavoro ci ha portato in 8 anni dalla serie B al titolo di Campioni svizzeri, e tutto questo rispettando la nostra storia e rispettando i propri tifosi.

Io non so dove e quando tutto ciò è andato perso… forse quando si è cominciato a credere e a trasmettere il messaggio che fosse più importante apparire piuttosto che ESSERE (ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale).

E qui torniamo al discorso iniziale di identità. Cosa siamo diventati? Dove vogliamo andare se non sappiamo nemmeno più chi siamo? In cosa ci identifichiamo se non abbiamo un’anima, se non trasmettiamo emozioni, se veicoliamo solo vuoti contenuti su qualche pagina social e ci dimentichiamo che la gente che viene alla pista dovrebbe farlo in primo luogo perché si identifica nella società e nelle persone che la rappresentano, siano essi giocatori, allenatori o dirigenti. Questo farebbe sì che l’affetto, la presenza in pista non sarebbero sono frutto dei risultati sportivi, ma bensì un reale attaccamento ai colori e a ciò che rappresentano. Nella buona e nella cattiva sorte, come nei migliori matrimoni.

In questi ultimi anni siamo diventati un misto tra reality show, periferia di Milano e film di fantozziana memoria. Un giorno mi devo identificare nell’influencer di turno, un altro mi devo identificare nel nuovo brand-copia-incolla-juve, se in passato la dirigenza sventolava ai quattro venti la necessità di portare a Lugano giocatori che si identificassero nel territorio, oggi mi ritrovo a dover fare i conti con post e slogan in una lingua non propriamente “nostrana” (…il territorio… seee), come diceva qualcuno di voi si è passati dall’ESSERE “Uniti, fieri, bianconeri” a un effimero “We are LVGA”, non scordiamoci poi dell’urlatore folle, della megalomania del sig. Plein e di un pizzico di sana sbrojaggine… giusto per non farsi mancare nulla.
Che qualche tamarro o bimbomin**** in tutto questo ci si identifica ci può anche stare, ma che lo faccia un'intera dirigenza, questo e assai preoccupante.

Apparire piuttosto che ESSERE.

Non ho la bacchetta magica. Non so sinceramente se il paziente è spacciato o se ancora c’è una ben che minima speranza che in qualche modo possa sopravvivere a tutto questo.

Bisognerebbe forse tornare, anche solo per un breve istante, là dove tutto è iniziato, dove è stata prima la passione e la folle perseveranza di alcuni giovanotti a far nascere l’HCLugano e poi, in seguito, l’idea visionaria, forse un folle anche quella, del Presidente Mantegazza a dare a questa società una storia di cui andare fieri. Questo non vuol dire ricominciare tutto da capo, tornare umili e “sottomessi”, ma bensì ritrovare quelle radici andate perse, quel “cuore che batte”, quella volontà di credere che si può ambire a raggiungere di nuovo risultati importanti se si lavora con professionalità prima di tutto, ma soprattutto con umiltà e rispetto, parlando in modo chiaro e coerente ai propri tifosi, con cuore e passione. Basta arroganza, basta narcisismo!

ESSERE piuttosto che apparire.

In questi ultimi anni tra le due realtà, quella del tifoso e quella della dirigenza, è stato tirato su un muro che, avanti di questo passo, sarà talmente invalicabile che le due entità, volente o nolente, si allontaneranno sempre di più. Con tutte le conseguenze del caso.

C'è però da chiedersi... Ma il team di medici al capezzale di questo paziente moribondo sono quelli in grado di salvarlo? Hanno le capacità per farlo? Se non fosse il caso, hanno l’umiltà necessaria per fare un passo indietro e ascoltare altri pareri? Esiste un team (non so dove, non so quando) capace di curare al meglio questo paziente?

Mi scuso… alla fine sono stata, come sempre, troppo sentimentale e forse anche un pochino logorroica… ma non ho altro modo per ribadire la mia passione e l’amore che nutro verso il nostro Lugano.
Se vuoi fare veramente un grande favore al tuo Lugano manda il tuo post come lettera al Corriere del Ticino, da pubblicare nella rubrica "Lettori che scrivono". La devono leggere in tanti. Come già scritto piu' volte da me e da altri, l'impressione è che loro proprio non se ne rendano conto.

barabitt
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Re: CdA (e marketing)

Messaggio da barabitt » 18 gen 2023, 14:04

...si giusto, bisognerebbe fare così !! Dai Bernie di prego, anche in forma anonima ma fallo pubblicare !! ;)

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