Vicky Mantegazza, la nostra presidente

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K_Kurlash
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da K_Kurlash » 23 dic 2023, 12:07

«Vorrei condividere con più tifosi le emozioni che regala il Lugano»
Flavio Viglezio, CDT, 23.12.2023

Vicky Mantegazza è una presidente felice. «Perché questo Lugano – afferma – lotta sempre al massimo e sa anche regalare spettacolo». A Babbo Natale chiederebbe però un altro regalino. Senza nessun accenno polemico, anzi: «Mi piacerebbe che i tifosi che rimangono a casa decidessero di approfittare in pista delle emozioni che questo gruppo riesce ad offrire».

La presidente Vicky Mantegazza arriva soddisfatta alle Feste, o aggiungerebbe qualcosa alla letterina a Babbo Natale?

«Sono molto soddisfatta, ma una cosina la aggiungerei. Prima della COVID-19 avevamo una media di circa 6.000 spettatori a partita. Adesso abbiamo perso circa mille unità, che fatichiamo a recuperare. So che abbiamo vissuto anni difficili, in cui non siamo riusciti ad offrire un hockey particolarmente attrattivo. Mi dispiace però vedere che ci sono degli abbonati – che ringrazio peraltro moltissimo per la loro fedeltà – che decidono di non venire regolarmente alla Cornèr Arena. Mi dispiace perché ritengo che questo Lugano sia in grado di divertire il nostro pubblico. È una squadra giovane, che lotta con il cuore, guidata da un giovane tecnico ticinese. Mi piacerebbe che tutte le persone che restano a casa potessero godere di questo spettacolo, non solo nei derby o durante i playoff. La Cornèr Arena, una volta, era il nostro fortino inespugnabile. La Curva Nord è sempre ben frequentata, e questo mi fa molto piacere, ma è un peccato che una parte dei tifosi delle tribune si perda ciò che sa offrire questo gruppo in termini di spettacolo e di carattere ».

È sempre stato complicato capire fino in fondo la mentalità del tifoso bianconero…

«Sì, probabilmente la mentalità dei luganesi è questa. E lo vediamo anche nel calcio, non solo nell’hockey. Per la finale di Coppa Svizzera a Berna c’erano 10.000 tifosi bianconeri, mentre a Cornaredo l’affluenza è quella che è. È un peccato, perché lo sport vive di emozioni. E se vogliamo puntare a qualcosa di importante, bisogna essere tutti uniti. Poi, naturalmente, Lugano è una bellissima città che offre tanto, oltre allo sport. Io non voglio obbligare nessuno a venire in pista: mi dispiace però vedere dei seggiolini vuoti, perché chi non frequenta in questo momento la Cornèr Arena si sta davvero perdendo qualcosa di bello».

Quando avete deciso di “offrire” qualcosa al tifoso – come la partita dedicata alle famiglie - la pista si è riempita. È questa la nuova tendenza?

«Come club ci è sempre piaciuto premiare e dare qualcosa in più al nostro pubblico. Purtroppo però non possiamo pensare di organizzare eventi per i nostri tifosi ad ogni partita: abbiamo delle esigenze economiche da rispettare. I tifosi, però, sono sempre stati la nostra anima».

Quanto contano i limiti strutturali della Cornèr Arena?

«Di sicuro la nostra infrastruttura non ci aiuta, anche se la Città di Lugano ci ha sempre dato una mano concreta. E anche noi, come club, nel limite del possibile abbiamo provato e proviamo a rendere più comoda e funzionale la nostra pista. Ci sono però dei limiti fisiologici. Il nostro ristorante, per esempio, è piccolo. Stiamo però lavorando per migliorare ulteriormente la situazione e ci saranno delle sorprese già a partire dalla prossima stagione. Credo però che ciò che interessi maggiormente il tifoso luganese siano le emozioni sportive. E quest’anno di emozioni ne stiamo regalando tante. Vale la pena venire alla pista, insomma».

Si respira comunque una nuova energia positiva, alla Cornèr Arena…
«Io torno a casa sempre felice. Naturalmente non amo perdere, ma anche nelle sconfitte vedo che ogni giocatore sul ghiaccio dà sempre tutto. Questo gruppo sta facendo il massimo per onorare la maglia e per rispettare tifosi e club».

È rimasta sorpresa, Vicky Mantegazza, dalla personalità di Luca Gianinazzi?

«Sono rimasta piacevolmente sorpresa. Non dimentico l’età del nostro allenatore, che ha però confermato di essere una persona molto matura e con la testa sulle spalle. Riesce a trasmettere serenità a tutto l’ambiente anche nelle sconfitte e a Lugano si respira un’aria estremamente positiva. Per le capacità di Gianinazzi e perché – mi ripeto – questa squadra lotta sempre dal primo all’ultimo minuto».

È preoccupata, Vicky Mantegazza, per i tanti infortuni che stanno decimando il Lugano?

«Certo, un po’ lo sono. Abbiamo perso molti attaccanti di assoluto valore e quindi la situazione a cui siamo confrontati è tutto fuorché evidente. Allo stesso tempo stiamo vedendo la volontà dei giovani – e di chi solitamente gioca un po’ meno – di aiutare la squadra in questo momento difficile. E questo è un bel segnale».

I tifosi si augurano che a breve, dopo l’arrivo di John Quenneville, il Lugano annunci l’ingaggio di un nuovo attaccante straniero…

«Speriamo di poterlo comunicare presto. Non è un segreto che ci stiamo muovendo sul mercato, in questo senso. Carr e Granlund rimarranno fuori a lungo e ogni punto conta, in questo campionato. Però non vogliamo nemmeno prendere il primo giocatore che passa. Nei limiti di ciò che offre il mercato, desideriamo portare a Lugano un elemento che faccia al caso nostro».

A proposito di stranieri, quanto è felice Vicky Mantegazza del prolungamento del contratto di Michael Joly?

«Sono molto contenta. Joly aveva molte richieste da parte di altre squadre svizzere, ma ha scelto di rimanere con noi. Anzi, non le ha mai prese in considerazione perché si trova bene a Lugano e voleva restare qui. È un giocatore estremamente spettacolare, che entusiasma i tifosi. Un po’ alla Linus Klasen, con la differenza che Joly ha delle statistiche individuali, a livello di “più e meno”, molto positive».

Come ha vissuto, la presidente, la squalifica per il colpo di bastone all’arbitro Stricker?

«C’è un regolamento, che va rispettato. Quindi, purtroppo, una partita di squalifica ci stava. Per quanto riguarda le regole, è giusto tutelare al massimo la salute di chi scende in pista. Quando vedo la pericolosità di alcuni interventi, puniti con pochissime giornate di squalifica, mi pongo qualche domanda ».

E se Calvin Thürkauf dovesse lasciare il Lugano per la NHL?

«Da tifosa, il timore che Calvin possa lasciarci esiste, non posso negarlo. Thürkauf per noi è diventato un giocatore fondamentale, sul ghiaccio e fuori. Da capitano è il perno attorno al quale ruota la nostra squadra. Godiamocelo in questo campionato e poi vedremo cosa succederà. Sarei felice per lui se ricevesse un’opportunità dal Nordamerica, ma per noi si tratterebbe di un duro colpo».

Ragno
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Ragno » 23 dic 2023, 15:19

…riguardo ai possessori di tessere che latitano in pista si potrebbe rilanciare il discorso della “reimmissione sul mercato” per le partite che il possessore non presenzia….la società la tessera l’ha già incassata, il possessore la mette a disposizione per un incontro alla società, quest’ultima rivende il posto per il singolo incontro magari a prezzo interessante dove la società riguadagna sullo stesso ticket magari rifondendo una parte dell’incasso al titolare della tessera….questa sarebbe una cosa intelligente e virtuosa sia per la società, per il tesserato e per colui che magari riesce a spendere meno ed a presenziare alle partite….con la pista che avrebbe tutt’altro colpo d’occhio in quanto a presenti

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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Stamkos84 » 23 dic 2023, 15:35

Mhmmm la conclusione su Calvin…mhmmm

barabitt
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da barabitt » 23 dic 2023, 18:44

...per me non c'è alcuna speranza che dopo una stagione come questa Calvin non vada in NHL, troppo dominante in tutto !!
Ha il pattinaggio, ha la personalità, ha il fisico, sa segnare, sa far segnare, è pure migliorato agli ingaggi. Peccato perchè ci sarebbe bastato averlo a 3/4 del potenziale che sta esprimendo e a quel punto forse ci sarebbero state delle speranze per trattenerlo, ma se lui continua a giocare a fondo e a spadroneggiare come sta facendo non ci sono chanches !

barabitt
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da barabitt » 23 dic 2023, 18:45

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Jean Valjean
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Jean Valjean » 23 dic 2023, 20:06

Paragonare Joly a Linus… vabbé…

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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Thor41 » 3 apr 2024, 17:48

Bella intervista sul CdT (se qualcuno riesce a postarla gli sarei grato). In sintesi conferma che Granlund giocherà ancora in Svizzera e “pungola” Domenichelli sui futuri stranieri. Mi sembra tutto sommato bella determinata per il futuro, sinonimo che la nave è tornata a navigare in acque tranquille finalmente.
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Jean Valjean » 3 apr 2024, 18:29

Vicky Mantegazza: «Il titolo non è un'ossessione, ma sta nascendo qualcosa di bello»
La presidente dell'HC Lugano fa il bilancio della stagione e getta lo sguardo sul futuro del club bianconero

Il Lugano è fuori dai playoff, ma Vicky Mantegazza guarda già con entusiasmo alla prossima stagione. ©CdT/Gabriele Putzu

È trascorsa quasi una settimana dall’eliminazione del Lugano dai playoff. A mente fredda, la presidente del club bianconero traccia il bilancio della stagione e getta un occhio al futuro della squadra: «Le fondamenta sono ormai solide, ora si tratta di costruire il resto della casa», afferma Vicky Mantegazza.

Vicky Mantegazza, quali sentimenti prevalgono oggi, a poco meno di una settimana dall’uscita di scena dai playoff per mano del Friburgo?
«Uscire dai playoff non fa naturalmente mai piacere. Ogni anno c’è la speranza di trovare la giusta chimica che permetta di arrivare fino in fondo. La delusione rimane, insomma. Devo però dire che ho visto un gruppo giovane crescere su tutto l’arco del campionato, un gruppo sul quale si può lavorare bene. Io provengo dal settore immobiliare ed è un po’ come costruire un palazzo: si comincia dalle fondamenta e in seguito si procede piano dopo piano, fino a quando si arriva a tetto. Le basi sono solide, ora si tratta di proseguire sulla via tracciata».

Cosa ha apprezzato Vicky Mantegazza del suo Lugano e cosa, invece, va migliorato per effettuare un salto di qualità?
«È ancora un po’ presto per dare una risposta definitiva a questa domanda. Gli incontri in programma in questi giorni ci aiuteranno a capire la situazione nella sua globalità. Senza puntare il dito contro nessuno, ci sono sicuramente stati alcuni elementi che non hanno reso secondo le aspettative: bisogna capire il perché, per trovare le giuste soluzioni. In generale è stata una stagione molto intensa, durante la quale non ci siamo mai annoiati. E nonostante tutti gli infortuni che abbiamo avuto, non ci siamo mai pianti addosso: spero però vivamente, per quel che riguarda la sfortuna, di aver pagato tutto il prezzo quest’anno e di non dover più vivere una stagione così».

Alla Cornèr Arena si è comunque respirata un’aria nuova. Serenità e positività non sono mai venute a mancare a livello di dirigenza, di staff tecnico e di giocatori…
«A inizio estate ci siamo trovati con Hnat Domenichelli, Andy Näser, Marco Werder, Luca Gianinazzi e Krister Cantoni: ci siamo detti che in questa stagione l’obiettivo era di portare solo positività, a tutti i livelli. Questa era la nostra priorità. Siamo così stati in grado di non lasciarci mai prendere dal panico: la tranquillità non è mai venuta a mancare, anche nei momenti difficili. Abbiamo capito che solo la stabilità permette di creare un gruppo unito, in cui tutti remano nella stessa direzione».

Le fondamenta sono solide, il processo di crescita è chiaro. Cosa manca a questo Lugano per effettuare un salto di qualità anche a livello di risultati?
«Me lo sono chiesta parecchio pure io, in questi giorni. Prendo come esempio i quattro minuti di superiorità numerica avuti nelle fasi finali di gara-7 a Friburgo: ecco, in una situazione simile una squadra matura riesce a fare la differenza. Sì, al Lugano manca ancora questa maturità, ma sono convinta che esperienze di questo tipo ci aiuteranno a crescere: penso in particolare ai tanti giovani che erano al loro debutto a questi livelli. Lo Zurigo, in gara-1 di semifinale con lo Zugo, ha segnato tre reti quando ha potuto disporre di cinque minuti in power-play. Questo è il punto principale sul quale lavorare».

Quando a Lugano arrivò Chris McSorley, il club dichiarò di voler puntare al titolo svizzero entro tre-cinque anni. Con tutto ciò che è accaduto in questo periodo, vincere il campionato rimane un traguardo raggiungibile o Vicky Mantegazza guarda maggiormente ad un processo di crescita a medio-lungo termine?
«Il titolo non è un’ossessione, ma il desiderio di tornare ai vertici rimane. Grazie o a causa della sua storia il Lugano è un club giudicato per i suoi risultati: ancora oggi fa più notizia quando non ha successo. Questo è un dato di fatto. L’ho già detto tante volte: non siamo più il Lugano dominante degli anni ottanta. Devo essere sincera: con le strutture a disposizione e con il pubblico che frequenta la Cornèr Arena diventa sempre più difficile tenere il passo di alcuni club della Svizzera tedesca e ora anche della Romandia. Club che riescono addirittura a fare utili, grazie alle loro nuove piste. Per noi diventa sempre più complicato ingaggiare dei top-players: dobbiamo allora essere bravi a costruire puntando su giovani di talento, azzeccando gli stranieri e mettendo sotto contratto quei due o tre giocatori svizzeri che possono fare la differenza».

C’è la volontà di investire qualcosa in più rispetto agli ultimi anni o il budget a disposizione di Hnat Domenichelli rimarrà invariato?
«Ad inizio stagione il nostro direttore sportivo riceve un budget da parte del CdA, che deve ovviamente rispettare. Vogliamo rimanere con i piedi per terra, anche perché non dobbiamo dimenticare che la pandemia di coronavirus ha lasciato tracce pesanti a livello economico. Oggi ci sono club che non hanno problemi ad accaparrarsi a cifre esorbitanti giocatori che poi magari trovano anche poco spazio. Noi questo non possiamo permettercelo. Siamo un piccolo Cantone, con tanti club sportivi».

I giocatori stranieri sono sempre un po’ incognita. In pochi conoscevano Michael Joly e il canadese ha disputato un’ottima stagione. Arttu Ruotsalainen giocava in NHL, ha disputato un grande campionato con il Kloten, ma a Lugano ha deluso...
«L’ho detto io stessa pochi giorni fa a Hnat Domenichelli: la scelta dei prossimi stranieri è fondamentale per il nostro futuro. Tutte le squadre più forti, in Svizzera, hanno almeno tre import capaci di trascinare il gruppo. A noi piace guardare anche al carattere di un giocatore, la leadership in uno spogliatoio è molto importante. L’intenzione è di iniziare la prossima stagione con sei stranieri, anche perché abbiamo deciso di puntare su due portieri rossocrociati. Con Koskinen avevamo invece scelto di avere subito sette import a disposizione per permettere a Gianinazzi di averne sempre sei sul ghiaccio. Poi, è chiaro, quasi sempre a novembre si va sul mercato: infortuni, rendimento e tanti altri fattori influenzano le decisioni sul contingente degli stranieri».

Il Lugano ha deciso di rinunciare a Markus Granlund…
«Dispiace sempre perdere un giocatore così: Granlund era anche un assistente del nostro capitano. È stato un elemento importante anche nel nostro spogliatoio, ma ha vissuto una stagione difficile, condizionata anche da un serio infortunio. Noi dobbiamo sempre pensare al bene dell’HC Lugano ed allora credo che mi toccherà soffrire vedendolo giocare contro di noi».

A proposito di capitano: cosa augura, Vicky Mantegazza, a Calvin Thürkauf?
«Se devo essere sincera, spero ovviamente di avere Calvin ancora con noi nella prossima stagione. Allo stesso tempo, se dovesse partire per il Nordamerica, sarei felice per lui. Thürkauf ha disputato una stagione eccezionale, forse anche difficile da ripetere. Domenichelli è stato bravissimo ad andare a prendere un giocatore che lo Zugo aveva quasi messo nel dimenticatoio. Sono una romantica e mi auguro che il suo attaccamento al Lugano risulti decisivo (sorride, NdR). Calvin si è integrato perfettamente nella nostra realtà, in Ticino ha trovato casa. Penso che Thürkauf potrebbe lasciarci solo per qualcosa di certo e sicuro, non solo per provare qualcosa senza nessuna garanzia».

Alla Cornèr Arena è tornato l’entusiasmo: 5'900 spettatori in gara-6 con il Friburgo, nell’ultima partita casalinga della stagione, sono però pochi. Riportare il grande pubblico in pista è ormai una battaglia persa?
«Ci siamo resi conto che, per affluenza nelle partite casalinghe della regular season, siamo al 12. posto. Siamo invece al 4. rango di questa classifica per le partite in trasferta: il pubblico avversario va insomma volentieri a vedere il Lugano quando la sua squadra gioca in casa. Io chiedo a tutti di aiutare a ricostruire quel fortino che una volta era la Resega ed oggi è la Cornèr Arena. Ogni partita è importante, per noi, non solo i derby o i playoff. In questo senso voglio davvero ringraziare la Curva Nord, che in questa stagione ci ha sostenuti dalla prima all’ultima partita, creando un legame speciale con la squadra. È stata il cuore della pista. Poi, certo, come ho avuto modo di dire l’infrastruttura non ci aiuta. Il mio sogno? Svegliarmi una mattina ed avere una pista nuova come quella del Friburgo. Non è però una critica alla Città, che cerca sempre di darci una mano».

L’impressione è che Vicky Mantegazza abbia ritrovato l’entusiasmo dei giorni più belli…
«Sì, sono più entusiasta del solito, perché sento che sta davvero nascendo qualcosa di bello».

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Lightning
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da Lightning » 3 apr 2024, 20:53

Devo essere estremamente sincero e pragmatico: mi sembra che da queste parole si evinca chiaramente che noi non possiamo veramente più competere per vincere ed in futuro sarà forse ancora più difficile (soprattutto a causa delle infrastrutture ed anche per via del pubblico).
Io la vedo comunque contenta e soddisfatta del risultato finale, certo si può migliorare e fare un passo in più (magari le semifinali se tutto va per il meglio) ma considerato quanto scritto sopra, in fondo, va anche bene così. Insomma, non vedo quel fuoco sacro della vittoria (e non l'ho visto nemmeno in passato), non è una critica nei suoi confronti, è giusto una constatazione (non nascono tutti così coloro che vivono nel mondo sportivo).
In conclusione, questo Lugano fatto di diversi giovani (senza esperienza) assieme a qualche altro giocatore più importante, a lei piace molto.

matswaltin
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente

Messaggio da matswaltin » 3 apr 2024, 21:19

Brava Vicky, parole sante. Con le nostre affluenze durante la regular season (12esimi su 14!) e con gli incassi da ristorazione/merchandising (immagino ridicoli rispetto a tutte le piste dotate d'infrastrutture moderne) non possiamo pretendere di stare davanti e giocarcela con le (tante) altre big. Punto.

Il suo entusiasmo però mi piace. Lo interpreto come un segnale di coinvolgimento ancora maggiore (sale il budget?). Però Lugano non può pretendere che lo sforzo lo faccia solo lei. Ai tanti comodoni da divano o a chi viene solo ai playoff e ai derby dico: DIANA e ABBONATEVI. Vogliamo tornare ad essere davvero grandi? Iniziamo noi, sugli spalti. Ci vogliono ben altri numeri per reggere la competizione, ben diversa rispetto a quella dei tempi d'oro finiti ormai da 20 anni. Aggiorniamoci gente.

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