Fischer: "Mi sento vuoto, è una delle botte più pesanti della mia vita"
L'head coach bianconero ha accusato il colpo della dura eliminazione del Lugano a opera del Ginevra. "Nessuno è in discussione, ma siamo mancati nel momento decisivo", ha spiegato Vicky Mantegazza
Articolo di ADD

Keystone
GINEVRA - Purtroppo sembra ormai diventata una consuetudine per il Lugano abbandonare il campionato, e i giochi per il titolo, già a inizio/metà marzo, all'alba dei quarti di finale dei playoff. Mai come quest'anno, però, i bianconeri erano accreditati come una delle forza della lega e, anche per questo, l'eliminazione subita dal Ginevra (2-4 nella serie) fa male, malissimo. Il 5-2 con le quali le Aquile hanno conquistato il pass per la semifinale fotografa a pieno il gioco espresso dalle due squadre, non solo in gara-6, ma anche in gara-5.
"Questa eliminazione è una delle botte più brutte della mia vita e mi sento vuoto - ha esordito Patrick Fischer - Ero convintissimo della squadra, delle nostre possibilità e invece abbiamo fallito: loro nelle ultime due sfide ci sono stati nettamente superiori e questo mi fa davvero tanto male. Avevamo tanta fiducia in noi stessi...".
Fischer non si è mai tirato indietro, non si è mai nascosto, è un allenatore di carattere, eppure la sua squadra nelle ultime due partite non ha mostrato gli attributi. Come è possibile? "Forse ho sbagliato io, forse non ho preparato gara-5 a dovere, non sono riuscito a far passare il messaggio di quanto fosse importante quel match... forse abbiamo pensato che il più era fatto e invece loro sono stati bravi a inserire una marcia in più mentre noi piano piano siamo crollati. Hanno meritato di conquistare la serie, ci sono stati superiori quando veramente contava", ha continuato.
L'head coach non cerca alibi, nonostante la cocente delusione: "Io sono il leader di questa squadra, quindi la colpa è mia se siamo stati eliminati; ho preso decisioni sbagliate... uscire così fa male! Però non tornerei indietro... a Zurigo avevamo il nostro destino in mano, ma io affronto ogni partita per vincere: abbiamo creduto in noi, anche se alla fine non abbiamo ottenuto quello che volevamo".
"Siamo una squadra che può battere chiunque e nel momento decisivo siamo mancati - ha sottolineato la presidente Vicky Mantegazza - Dobbiamo lavorare sulla forza mentale, perché è in quello che manchiamo". La posizione di Patrick Fischer è in discussione? "Nessuno lo è; si vince e si perde tutti assieme, ci troveremo e parleremo per capire su cosa migliorare. Alla fine i risultati in regular season si sono visti, ma certi passaggi a vuoto andranno cancellati".
La frustrazione è grande e palpabile anche in seno alla squadra, così come ha fatto capire a chiare lettere Julian Walker: "Uscire così, con una condizione fisica ancora buona fa male; i piccoli particolari - come gli special teams - hanno fatto la differenza su tutto l'arco della serie, ma l'unica cosa che conta è che abbiamo fallito nuovamente. Eravamo convinti di noi stessi al termine della regular season, mentre ora mi sento come se mi avessero tagliato le gambe; la colpa però è nostra: perdere come abbiamo perso gara-5, dopo aver recuperato lo 0-2, è inaccettabile", ha spiegato il numero 91 del Lugano.
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