A un certo punto, mentre difensore Chris Pronger era in piedi ancora con il disco sul suo bastone, banco delle alette di filatoio era in piedi e urlare al banco di fulmine come una forma di presa in giro. Non esiste una regola nel libro delle regole che impedisce le alette di filatoio di fare quello che hanno fatto, infatti molti giocatori di tutto il campionato vorrei che sarebbe successo prima.
.... ma che cavolo saranno ste "alette di filatoio"?!?
le alette di filatoio è il massimo......
tornando a discorsi meno seri, non mi pare un granché come allenatore. Se con Larry non c'era spettacolo con questo è catenaccio all'italiana.
Mai visto niente di simile in NHL, con squadre che smettono di giocare perchè l'altra non attacca e rinuncia a giocare.
Ha in squadra Stamkos, St. Louis, Lecavalier e soci e giocano a nascondino............
Hai detto bene: "mai visto niente di simile in NHL"
Ciò vuol dire, a prescindere dal brutto gioco difensivo, che ha inventiva e carattere il ragazzo..inoltre a suo favore parla un Master in management sportivo..
Con la premessa che non porti l'1-3-1 a Lugano io lo accolgo a braccia aperte
E per quelli che lo dipingono come un sergente di ferro, che metterà tutti i nostri giocatori in riga senza discussioni, consiglio la lettura di questo articolo. Boucher spiega la sua metodologia di lavoro, incentrata sui singoli giocatori e sul dialogo, dove ogni individuo deve essere parte del progetto comune.
Eccone un estratto:
"Dire que Guy Boucher favorise le dialogue est un euphémisme. À ses yeux, quatre jours sans parler à un joueur, c'est long. Très long.
«Avec moi, tout commence par l'individu, et non par le collectif. Car quand la personne s'améliore, l'équipe s'améliore.»
C'est le credo de base de Boucher et il le répète à qui veut l'entendre.
«Je travaille beaucoup sur l'enthousiasme, ajoute-t-il. Travailler fort sans enthousiasme, ça devient une corvée. Travailler fort avec enthousiasme, cela devient une culture.»
Boucher possède une maîtrise en psychologie sportive et sa gestion de l'équipe en est imprégnée.
«Quand on est un ancien joueur, le respect est plus facile à aller chercher», concède Boucher, dont la carrière a pris fin abruptement alors qu'il jouait pour les Redmen de McGill.
«Par contre, si on n'a pas les outils pédagogiques pour faire passer notre message, on va perdre notre crédibilité."