Commento di Viglezio sul CdT di oggi. Da leggere e rileggere per capire quanto il nostro tifo organizzato è caduto in basso. Non solo per lo striscione dell'altra sera.
"La classe di Geo Mantegazza, la maleducazione degli ultrà
Nella vita la classe è innata. Non è in vendita, nessuno la può acquistare. Ne ha tantissima Geo Mantegazza: il Presidentissimo ieri ha voluto ringraziare l’HC Lugano per l’emozionante serata vissuta giovedì sera alla Corner Arena. Un testo che pubblichiamo integralmente: «Ieri (giovedì, ndr) ho vissuto con voi una serata indimenticabile, mi avete festeggiato con tanto affetto da toccarmi nel più profondo del cuore. Niente può ripagarmi più di quanto la vostra passione e la vostra partecipazione alle partite e alla vita del club mi ha dato fino ad oggi, contribuendo all’affermazione sia della squadra, sia dello sport in generale. Quanto conquistato dal nostro Hockey Club Lugano in questi lunghi anni è frutto del lavoro dei giocatori, degli allenatori, dei dirigenti e di tutti i collaboratori che, con un impegno assiduo, hanno reso possibile ottenere grandi risultati che hanno valorizzato l’apprezzamento dell’hockey nazionale anche nell’ambito europeo. Tutto ciò non sarebbe stato una realtà senza il vostro supporto che fa del tifoso luganese il più ammirato del campionato. A tutti voi va il mio più grande grazie!». Parole che vengono dal cuore di un uomo che alle spiccate doti imprenditoriali e dirigenziali ha sempre unito una passione per la sua squadra fuori dal comune. Un amore che Geo Mantegazza ha tramandato ai figli e a Vicky in particolare. Che può piacere o meno – come ogni personaggio pubblico chiamato ad assumere un ruolo dirigenziale in una società sportiva – che non ha di sicuro il carisma del padre, ma che come tutti merita rispetto. Ed invece, con una mossa studiata ad arte, proprio nel giorni dei festeggiamenti «in verde» di Geo Mantegazza, una frangia di tifosi della Curva Nord ha pensato bene di esprimere tutta la loro maleducazione e pochezza di spirito dapprima intonando a lungo «Un presidente, c’è solo un presidente»: più che un omaggio a papà Geo si è trattato di una bacchettata a Vicky. Come per dirle: «Tu non sei all’altezza». Ma il peggio doveva ancora venire. Tra uno sventolio e l’altro di bandiere tutte verdi – per ricordare il celebre maglione che Geo indossava ai tempi del Grande Lugano – nella pausa tra il secondo e il terzo tempo della partita con il Ginevra in Curva è apparso uno striscione di una bassezza assoluta. «Presidente invece di aprire la bocca apri il borsino». Un invito magari a spendere per trattenere Gregory Hofmann, un giocatore mai chiamato sotto la Curva dai tifosi? Perché secondo una logica tanto perversa quanto limitata, «il Lugano siamo noi». Non hanno pensato per un solo secondo questi personaggi – o forse lo hanno fatto, ma tanto che importa... – che proprio in questa serata speciale sono andati a colpire maggiormente più Geo Mantegazza della figlia Vicky? Come può sentirsi un padre in circostanze come queste? Eppure nel suo scritto Geo Mantegazza non ha sollevato nemmeno il minimo accenno di polemica. Tanto di cappello a lui. Ma come si sarà sentita giovedì sera Vicky Mantegazza? Già in passato non erano mancate frizioni tra la presidente e una parte del pubblico bianconero: questa volta la frattura tra le parti sarà ancora più netta? Senza contare che la maggior parte di chi ha contestato all’epoca del Geo Mantegazza presidente non era ancora nato. Il paradosso è che i club – non solo il Lugano – hanno contribuito nel recente passato allo sviluppo di questi gruppuscoli che inneggiano ai diffidati, che insultano tutti e tutto ciò che è insultabile e che in nome di una non meglio precisata gerarchia arrivano a volte addirittura a menarsi tra di loro. Un po’ per paura e un po’ per convenienza le società hanno spesso e volentieri chiuso un occhio e favorito anzi le iniziative degli ultrà. Bene, questo è il ringraziamento e allora anche l’HC Lugano faccia tesoro della maleducazione dimostrata nei confronti di chi a Lugano ha portato quattro titoli svizzeri, modificando inoltre profondamente il volto dell’hockey elvetico. Certo, il Lugano non vince nulla dal 2006 e non si contano gli errori di mercato commessi in queste ultime stagioni. Ma i bianconeri sono comunque reduci da due finali e una semifinale dei playoff di fila. Segno che non tutto ciò che è stato fatto è da buttare. Lo hanno capito gli appassionati più pacati e non per nulla il Lugano ha toccato la soglia dei 5.200 abbonati. Tantissimi. E mentre gli ultrà si comportano da arroganti padroni di casa, il Lugano a breve annuncerà l’ingaggio dallo Zugo di Reto Suri, già vicinissimo alla maglia bianconera nella scorsa estate. Non proprio un signor nessuno. E Maxim Lapierre – si attende solo l’ufficialità – ha prolungato il suo contratto con il club della Cornèr Arena. Certo, se il Lugano vorrà torrnare ad alzare la Coppa destinata ai campioni svizzeri sarà necessario fare di più. E meglio. Ma solo una cosa è certa: non saranno di sicuro ingratitudine, volgarità e inciviltà a riportare in alto il Lugano."