Peltonen strizza l'occhio: "Lugano nel cuore. Tornare come coach? Maybe…"
Ville ci ha raccontato la sua nuova vita e ha ricordato il suo passato: "In bianconero potevo ricominciare nel 2010. Petteri e Glen? Sarà divertente seguirli ancora. Nel 2006 Metro fu fenomenale"
Articolo di MEG

Keystone/Karl Mathis
HELSINKI (Finlandia) – Ventitré anni e oltre mille partite dopo il suo esordio, Ville Peltonen ha deciso di smettere pattini, poggiare il bastone e uscire definitivamente dalla pista. A 41 anni compiuti uno dei finlandesi più forti del recente passato ha lasciato il ghiaccio, ma non l’hockey. La sua nuova avventura comincerà infatti dove è terminata quella precedente: all’HIFK.
L’ex fenomenale ala sinistra è infatti stata nominata responsabile del settore giovanile nel suo club storico, quello che l’ha lanciato e quello che ha goduto degli ultimi suoi fasti. Peltonen non è in ogni caso solo Finlandia. Peltonen è anche Lugano: il 41enne è stato uno degli stranieri più completi planati dalle parti della Resega. I suoi 219 punti in 169 match (contando anche i playoff), tra il 2004 e il 2006, hanno regalato un titolo e la gioia agli incantati tifosi.
“A Lugano ho giocato i tre migliori anni della mia carriera. Lugano era, è e sarà sempre nel mio cuore – ha commentato un emozionato Peltonen, sorpreso dall’interesse che il suo nome ancora genera qui in Ticino – io e la mia famiglia abbiamo molto apprezzato la qualità di vita sulle sponde del Ceresio. E poi non dimenticate che anche i miei figli hanno goduto della città. I miei gemelli hanno cominciato la scuola e a giocare a hockey proprio da voi. Mia figlia, alla Resega, ha invece iniziato a pattinare. Insomma… ho solo grandi ricordi di Lugano e del Lugano. Spero che davvero sia lo stesso per i fan bianconeri nei miei confronti”.
Hai modo di seguire ancora il campionato?
“Ci provo sempre ma non è semplice. I risultati, i numeri, li conosco, i match però non riesco a vederli. In Finlandia ancora faccio fatica a trovare un canale dove trovare clip aggiornate. Per il resto, oltre alla mia nazionale, durante le competizioni internazionali seguo sempre con interesse la Svizzera. L’anno scorso, per esempio, ero a Stoccolma con mio figlio per tifare i rossocrociati e Ryan Gardner”.
A Lugano tu hai giocato con Metropolit e Nummelin. Loro ancora tengono duro, ancora scendono sul ghiaccio…
“Penso che ogni giocatore sappia quando giunge il momento di smettere. Il mio, l’ho sentito, lo sapevo, è arrivato al termine della passata stagione. Per quanto riguarda i due citati… Nummelin è un mio buon amico; mi divertirò, il prossimo anno, a seguirlo con il TPS. Con lui abbiamo lavorato duro e ci siamo divertiti, è stato fantastico. Metro invece, era ed è ancora un gran giocatore. Di lui ricordo i playoff 2006, fu fenomenale…”.
Nel recente passato molte volte il tuo nome è stato accostato a quello dei bianconeri.
“Ci fu una trattativa nel 2010 quando ero a Minsk. Io e il club avevamo trovato un accordo ma poi ci furono dei cambiamenti nella dirigenza della Dinamo e i nuovi arrivati bloccarono tutte le cessioni”.
Quella volta non andò bene. Pensi che in futuro tu possa tornare?
“A Lugano tornerò di certo, lo faccio ogni anno. Ho ottimi amici in città e in Ticino in generale e faccio loro visita sempre volentieri. Per quanto riguarda il club… non so quel che potrà accadere in futuro. Diventare coach bianconero? Maybe, forse. Di sicuro quando tornerò farò il tifoso. Per il momento però sono concentrato sul settore giovanile dell’HIFK. Sono felice di poter aiutare i ragazzi che rincorrono i propri sogni”.
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