Esattamente. È l'unica mossa sensata che è da fare adesso.
Nel frattempo che si inizi a pensare al dopo Habisreutinger.
Roland Habisreutinger, il nostro ex-DS
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Roland Habisreutinger, il nostro DS
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Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Si e l'allenatore chi lo sceglie? Il gruppo dei pensionati che vanno a vedere gli allenamenti?
Purtroppo le conseguenze del DS ce le porteremo dietro per un bel po...
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Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Il vero ribaltone potrebbe essere lui che salta. In fondo un pò le scarpe a Sheds le ha fatte.
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Per me devono saltare tutti e due, vero che il mercato è praticamente già chiuso, ma forse potrebbe essere un buon momento per cambiare. Meglio che aprile...
In ogni caso leggendo qua e là ci sono tremila opinioni..è colpa degli svedesi, del preparatore atletico, di Shedden, del Roland
Spero che la dirigenza abbia le idee più chiare, perché davvero la situazione si sta facendo grave
In ogni caso leggendo qua e là ci sono tremila opinioni..è colpa degli svedesi, del preparatore atletico, di Shedden, del Roland
Spero che la dirigenza abbia le idee più chiare, perché davvero la situazione si sta facendo grave
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Suvvia, licenziare SOLO il Roland adesso non servirebbe assolutamente a nulla sul piano sportivo attuale.
Già su Facebook mi tocca leggere di quelle cose...
Già su Facebook mi tocca leggere di quelle cose...
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Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Ovviamente non è il solo da licenziare.Lord Burg ha scritto:Suvvia, licenziare SOLO il Roland adesso non servirebbe assolutamente a nulla sul piano sportivo attuale.
Detto ciò, allo stato attuale è una figura completamente inutile, quindi prima se ne va e meglio è.
La realtà delle cose dice che è, nel suo lavoro, è un mediocre. Se avesse lavorato in una società seria ce ne saremmo accorti molto prima, ma lavorando per una società fallimentare si è mischiato nel marasma generale e la sua incapacità è quindi passata più inosservata.
You think I am a fool, but you are a greater fool than I am.
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Mr. Hockey ha scritto:Ovviamente non è il solo da licenziare.Lord Burg ha scritto:Suvvia, licenziare SOLO il Roland adesso non servirebbe assolutamente a nulla sul piano sportivo attuale.
Detto ciò, allo stato attuale è una figura completamente inutile, quindi prima se ne va e meglio è.
La realtà delle cose dice che è, nel suo lavoro, è un mediocre. Se avesse lavorato in una società seria ce ne saremmo accorti molto prima, ma lavorando per una società fallimentare si è mischiato nel marasma generale e la sua incapacità è quindi passata più inosservata.
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Come ben vedete dalla mia "firma" gli auguro di prendere il volo, biglietto di sola andata.
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Lord Burg ha scritto:Suvvia, licenziare SOLO il Roland adesso non servirebbe assolutamente a nulla sul piano sportivo attuale.
Già su Facebook mi tocca leggere di quelle cose...
Sì... ma chi bene inizia è a metà dell'opera!
INUTILE!
Re: Roland Habisreutinger, il nostro DS
Dal Mattino della Domenica:
La crisi è datata. Dal 2006 dirigenti e DS non all’altezza. In primis Habisreutinger
HC Lugano, basta con l’Intoccabile!
La crisi di risultati del Lugano è figlia di un tracollo societario (per fortuna non economico!) ormai datato. Dal 2006 in poi, da quando i bianconeri hanno vinto l’ultimo titolo, alla testa del club si sono succeduti tre presidenti (Paolo Rossi, Silvio Laurenti e Vicky Mantegazza) e due direttori sportivi (Jörg Eberle e Roland Habisreutinger). Insieme a loro sulle rive del Ceresio è approdato un esercito di giocatori, parecchi dei quali inutili alla causa, e un numero incredibile di allenatori (12, per ora, come potete leggere nel riquadrato a parte). E i risultati? Miseri, per il blasone della società più titolata e prestigiosa del Cantone: una finale in dieci anni (2016), tante eliminazioni ai quarti di finale e pure l’onta di due partecipazioni ai playout (2008 e 2011). Un bilancio decisamente negativo per un Lugano che in 30 anni ha vinto 7 titoli svizzeri ma 5 dei quali in 13 stagioni (1986-1999) e solo 2 dal 2003 ad oggi. Per i tifosi bianconeri uno smacco dietro l’altro. Ora però si sono stancati un po’ tutti, non solo i fedelissimi della Resega, ai quali la dirigenza devo solo dire grazie! ma anche alcuni sponsor, i quali stanno cercando di avere delle risposte. Nelle ultime settimane hanno infatti chiesto al club di fare chiarezza su tutto quanto sta succedendo. Per ora è arrivata la riconferma (provvisoria) dello staff tecnico, non convinta ma necessaria visto che manca una valida alternativa al coach canadese.
Senza leadership
Crisi che viene da lontano, si dice nel titolo. Ebbene sì. Dall’uscita di scena ufficiale di Beat Kaufmann e da quella “ufficiosa” di Fabio Gaggini avvenuta nel 2006, a Lugano è mancata una vera leadership dirigenziale. Paolo Rossi si è sacrificato nel ruolo di presidente post- Discogate ma, pur denotando una forte dialettica e una presenza costante, si è dimostrato troppo “invadente” sulle questioni tecniche; Silvio Laurenti, valido dirigente di basket negli Anni Ottanta, si è rivelato un pesce fuor d’acqua e la sua nomina ha stupito tutti. Il tempo di dimostrarsi inadeguata che il club ha insediato Vicky Mantegazza, figlia di Geo (pensate dunque che responsabilità), la quale ha saputo riportare allo stadio il pubblico e ricreare un bell’ambiente ma d’altro canto ha lasciato che prevalesse in lei il lato “tifoso” piuttosto che quello dirigenziale. Un aspetto di cui la propria Vicky si sarà certamente resa conto.
Il caso Habisreutinger
Roland Habisreutinger è arrivato a Lugano grazie ai buoni uffici di un manager romando, che lo ha consigliato a Fabio Gaggini verso la fine del 2009. E l’ex direttore sportivo del Kloten si è fatto subito notare con un atteggiamento da balivo. Storica la frase: “ Voglio impiantare a Lugano la cultura del lavoro” disse quasi compiaciuto. Ridicolo. Come se negli anni precedenti alla Resega imperasse il presappochismo, come se Geo Mantegazza, John Slettvoll, Jim Koleff, Fabio Gaggini o Beat Kaufmann fossero dei dilettanti. Roland si è però superato quando ha organizzato un mini ritiro in Val di Blenio. “ Per cementare il gruppo e abituare i giocatori alle cose dure”.
Cucinare, tagliare legna e via dicendo. Quest’uomo, che ha il sorriso beffardo stampato sulle labbra e non ama i giornalisti (che richiama all’ordine con messaggini e telefonate) in 7 stagioni non ha saputo dare una vera identità alla squadra ed ha commesso tutta una serie di errori di valutazione a livello di mercato che sono lì sotto gli occhi di tutti. Alcuni esempi? Clymer, difensore che arrivò rotto alla Resega, Metropolit, bocciato prima e poi ingaggiato, Hennessy (“ Quando annuncerò il nome del nostro nuovo attaccante nessuno si ricorderà più di Metropolit!”
Ndr: ah, ah, ah), o ancora Lehtonen, Rintanen e purtroppo anche Zackrisson. Ha ingaggiato, è vero, Klasen, Brunner e Pettersson ma con il budget del Lugano non era così proibitivo portarli a casa. Eppure questo signore che prende e se ne va per cinque mesi in Alaska (grazie al congedo concessogli da club) e che toglie alla squadra un preparatore dei portieri a tempo pieno, resta sempre a galla. Passano gli allenatori, passano i giocatori, e lui (grandissimo!) rimane seduto sulla sua sedia. Intoccabile, indistruttibile! Avrà acceso qualche candela, direbbe qualcuno. Pensiamo invece che goda di una protezione quasi illimitata dell’alto, da colui (Fabio Gaggini) che ancora influisce sulle scelte del club.
Occorre una svolta
Economicamente solido ma sportivamente deludente. Questo è il Lugano di oggi. E allora, per evitare che il club finisca nel gruppone di mezzo e che si debba accontentare di qualche finale ogni…10 anni, la presidenza o chi per essa deve avere coraggio e fare delle scelte decise e magari dolorose: dopo aver licenziato Fischer (“ È il giorno peggiore della mia vita” Vicky dixit), adesso è ora di procedere con il DS: che non è il solo responsabile di questo tracollo, sia ben chiaro, ma è uno dei principali. Possibile che paghino solo tecnici e giocatori? Cara Vicky, tocca a te!
M. A.
La crisi è datata. Dal 2006 dirigenti e DS non all’altezza. In primis Habisreutinger
HC Lugano, basta con l’Intoccabile!
La crisi di risultati del Lugano è figlia di un tracollo societario (per fortuna non economico!) ormai datato. Dal 2006 in poi, da quando i bianconeri hanno vinto l’ultimo titolo, alla testa del club si sono succeduti tre presidenti (Paolo Rossi, Silvio Laurenti e Vicky Mantegazza) e due direttori sportivi (Jörg Eberle e Roland Habisreutinger). Insieme a loro sulle rive del Ceresio è approdato un esercito di giocatori, parecchi dei quali inutili alla causa, e un numero incredibile di allenatori (12, per ora, come potete leggere nel riquadrato a parte). E i risultati? Miseri, per il blasone della società più titolata e prestigiosa del Cantone: una finale in dieci anni (2016), tante eliminazioni ai quarti di finale e pure l’onta di due partecipazioni ai playout (2008 e 2011). Un bilancio decisamente negativo per un Lugano che in 30 anni ha vinto 7 titoli svizzeri ma 5 dei quali in 13 stagioni (1986-1999) e solo 2 dal 2003 ad oggi. Per i tifosi bianconeri uno smacco dietro l’altro. Ora però si sono stancati un po’ tutti, non solo i fedelissimi della Resega, ai quali la dirigenza devo solo dire grazie! ma anche alcuni sponsor, i quali stanno cercando di avere delle risposte. Nelle ultime settimane hanno infatti chiesto al club di fare chiarezza su tutto quanto sta succedendo. Per ora è arrivata la riconferma (provvisoria) dello staff tecnico, non convinta ma necessaria visto che manca una valida alternativa al coach canadese.
Senza leadership
Crisi che viene da lontano, si dice nel titolo. Ebbene sì. Dall’uscita di scena ufficiale di Beat Kaufmann e da quella “ufficiosa” di Fabio Gaggini avvenuta nel 2006, a Lugano è mancata una vera leadership dirigenziale. Paolo Rossi si è sacrificato nel ruolo di presidente post- Discogate ma, pur denotando una forte dialettica e una presenza costante, si è dimostrato troppo “invadente” sulle questioni tecniche; Silvio Laurenti, valido dirigente di basket negli Anni Ottanta, si è rivelato un pesce fuor d’acqua e la sua nomina ha stupito tutti. Il tempo di dimostrarsi inadeguata che il club ha insediato Vicky Mantegazza, figlia di Geo (pensate dunque che responsabilità), la quale ha saputo riportare allo stadio il pubblico e ricreare un bell’ambiente ma d’altro canto ha lasciato che prevalesse in lei il lato “tifoso” piuttosto che quello dirigenziale. Un aspetto di cui la propria Vicky si sarà certamente resa conto.
Il caso Habisreutinger
Roland Habisreutinger è arrivato a Lugano grazie ai buoni uffici di un manager romando, che lo ha consigliato a Fabio Gaggini verso la fine del 2009. E l’ex direttore sportivo del Kloten si è fatto subito notare con un atteggiamento da balivo. Storica la frase: “ Voglio impiantare a Lugano la cultura del lavoro” disse quasi compiaciuto. Ridicolo. Come se negli anni precedenti alla Resega imperasse il presappochismo, come se Geo Mantegazza, John Slettvoll, Jim Koleff, Fabio Gaggini o Beat Kaufmann fossero dei dilettanti. Roland si è però superato quando ha organizzato un mini ritiro in Val di Blenio. “ Per cementare il gruppo e abituare i giocatori alle cose dure”.
Cucinare, tagliare legna e via dicendo. Quest’uomo, che ha il sorriso beffardo stampato sulle labbra e non ama i giornalisti (che richiama all’ordine con messaggini e telefonate) in 7 stagioni non ha saputo dare una vera identità alla squadra ed ha commesso tutta una serie di errori di valutazione a livello di mercato che sono lì sotto gli occhi di tutti. Alcuni esempi? Clymer, difensore che arrivò rotto alla Resega, Metropolit, bocciato prima e poi ingaggiato, Hennessy (“ Quando annuncerò il nome del nostro nuovo attaccante nessuno si ricorderà più di Metropolit!”
Ndr: ah, ah, ah), o ancora Lehtonen, Rintanen e purtroppo anche Zackrisson. Ha ingaggiato, è vero, Klasen, Brunner e Pettersson ma con il budget del Lugano non era così proibitivo portarli a casa. Eppure questo signore che prende e se ne va per cinque mesi in Alaska (grazie al congedo concessogli da club) e che toglie alla squadra un preparatore dei portieri a tempo pieno, resta sempre a galla. Passano gli allenatori, passano i giocatori, e lui (grandissimo!) rimane seduto sulla sua sedia. Intoccabile, indistruttibile! Avrà acceso qualche candela, direbbe qualcuno. Pensiamo invece che goda di una protezione quasi illimitata dell’alto, da colui (Fabio Gaggini) che ancora influisce sulle scelte del club.
Occorre una svolta
Economicamente solido ma sportivamente deludente. Questo è il Lugano di oggi. E allora, per evitare che il club finisca nel gruppone di mezzo e che si debba accontentare di qualche finale ogni…10 anni, la presidenza o chi per essa deve avere coraggio e fare delle scelte decise e magari dolorose: dopo aver licenziato Fischer (“ È il giorno peggiore della mia vita” Vicky dixit), adesso è ora di procedere con il DS: che non è il solo responsabile di questo tracollo, sia ben chiaro, ma è uno dei principali. Possibile che paghino solo tecnici e giocatori? Cara Vicky, tocca a te!
M. A.